Topolino torna nel regno della magia

La Disney s’ispira a Tolkien e all’Ariosto e vara con «Wizards of Mickey» la saga epica più lunga della sua storia

È tempo di andare. Topolino lascia la lente e l’intuito dell’investigatore e torna alla magia. È un ritorno al passato, all’anno di grazia 1940, alla musica di Fantasia, quando gli ippopotami danzavano e il topo combinava guai come apprendista stregone. Anche per Mickey Mouse, questa, non è più l’era della ragione, ma della sfida incantata, del viaggio leggendario, di cavalieri erranti e, quindi, dell’epica. Topolino un po’ Harry Potter e un po’ Frodo, l’hobbit del Signore degli Anelli. Topolino che parte per la più lunga avventura mai costruita dalla Disney, un anno di racconti, diversi cicli narrativi, dieci episodi ciascuno, ogni storia disegnata su 30 tavole. Un’epopea che punta a diventare il classico dei classici della letteratura a fumetti. Topolino avrà come scudiero il solito Pippo, ma ritrova l’amico delle origini, quel Paperino che in questi anni di «narrativa sociale» ha finito per oscurare la sua fama.
È un viaggio attraverso terre incantate, dove come nell’Orlando Furioso si cantano le donne, i cavalier, l’arme, gli amori. Ogni terra ha un castello, che diviene l’arena della sfida fra squadre di maghi. Tutto corre lungo lo schema viaggio-castello-sfida. Tutto come nella fantasia di messer Ariosto, basta riascoltare le parole di Italo Calvino: «L’Orlando Furioso è un’immensa partita di scacchi che si gioca sulla carta geografica del mondo, una partita smisurata, che si dirama in tante partite simultanee». Wizard of Mickey, la saga delle saga disneyane, avrà lo stesso sapore, lo stesso diabolico gioco. La terra che i lettori esploreranno si chiama Miceland. Topolino è l’apprendista stregone del mago Nereus. «E come nel film Fantasia - racconta lo sceneggiatore Stefano Ambrosio, che ha lavorato per due anni insieme a due maestri della matita come Roberto Santillo e Marco Ghiglione - Topolino è incline a combinare disastri, ma soprattutto è troppo sicuro di sé, tanto da perdere contro Gambadilegno la pietra magica (Diamagic) del villaggio. L'unico modo per recuperarla sarà formare una squadra e iscriversi al torneo dove gli stregoni, sfidandosi tre contro tre, mettono in palio i propri Diamagic. Ne nasce un sodalizio con Paperino, mago sfortunato i cui incantesimi spesso agiscono a scoppio ritardato, e Pippo al quale il ruolo di mago non interesserebbe, ma che ha in serbo tante sorprese legate alla sua lunga stirpe di bisavoli».
Topolino trova sul suo cammino gli avversari di sempre. Il più spietato è ancora una volta Macchia nera, perfetto mago oscuro del fantasy, e ci saranno i suoi scagnozzi, con il profilo antico della Banda Bassotti. A ostacolare gli eroi anche un mondo di draghi, intenzionati a non far cadere ancora una volta la magia nelle mani degli uomini.

Paladini e donzelle avranno il volto di tutta la banda Disney: Pluto, Paperina, Minnie, Clarabella, Orazio, il fortunato Gastone e la maga Amelia, la strega che ammalia. L’avventura, in quest’era di disincanto, è tornata.

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