TOQUINHO Voce e chitarra della Bossa Nova

Domani in concerto sul palco degli Arcimboldi

TOQUINHO Voce e chitarra  della Bossa Nova

È amante dell’Italia, dove ha vissuto a lungo e dove trova ispirazione e tanto affetto (recentemente a Roma gli è stato assegnato il «Premio Barocco» alla carriera e ha tenuto un concerto in piazza - con altri grandi come Gilberto Gil - davanti a 200mila persone) dai suoi affezionatissimi fan. Toquinho, la sua voce e la sua chitarra tornano domani a Milano, agli Arcimboldi, per il concerto «La Bossa Nova non ha tempo né età». Lo spettacolo prende il nome da uno speciale Dvd dal vivo dell’artista (A Bossa Nova nao tem tempo nem idade) dall’omonimo doppio cd e dal libro - che racconta la storia di Toquinho e della Bossa - scritto dal fratello scrittore João Carlos Pecci (il vero nome del chitarrista è Antonio Pecci Filho).
Folgorato a San Paolo da un concerto di João Gilberto, Toquinho s’innamora di quel ritmo pulsante e sfuggente diventato famoso come Bossa Nova. Con la chitarra ci sa fare, tanto da conquistare un poeta colto e sensibile come Vinicius de Moraes. Parte così un carriera ultraquarantennale (migliaia di concerti, centinaia di canzoni scritte e di collaborazioni prestigiose) che non vuol concedersi tregua. Infatti in questi ultimi anni ha inciso album come Bossa Nova Forever (doppia raccolta di classici da A felicidade a berimbau passando per Desafinado), Passatempo (ispirato all’omonimo club di San Paolo, città dove è nato e vive), No mundo de Criança (ricco di ospiti come il vecchio amico Chico Buarque). Tutto all’insegna della Bossa Nova perché, spiega Toquinho, «è un movimento che sta alla base della cultura sudamericana e ha segnato una rivoluzione pari a quella del rock. Tutti i frutti musicali e non solo della nostra terra nascono dall’albero della Bossa Nova che, come dice il titolo del mio tour, non ha né tempo né età». Così con la spinta intellettuale di de Moraes, l’aggancio alla tradizione con Joao Gilberto, le invenzioni di Antonio Carlos Jobim, il modello chitarristico di Baden Powell ha sviluppato il suo stile personale e riconoscibile. La sua storia artistica parte dal mitico teatro Paramount di San Paolo per volare alto attraverso favolose tappe fatte di collaborazioni intriganti con Chico Buarque, (in Italia alla fine degli anni Settanta lavorano con Sergio Endrigo, Giuseppe Ungaretti, persino con la favolosa Josephine Baker), di enormi successi insieme a Tom Jobim («l’autore più grande che abbia mai conosciuto»), in giro per il mondo e a Rio, dove è la star del Teatro Canecão (dove detiene il record imbattuto di tutto esaurito per 8 mesi consecutivi). Una storia di musica affascinante e sincera che Toquinho alterna con l’attività nel sociale. Il suo motto è: «Combatteremo con la chitarra e il pallone, le migliori armi che Dio ci ha dato per aiutare i bambini delle favelas».

Per questo tiene spesso concerti benefici per aiutare i bambini «a rischio». A Milano suonerà con Eduardo Ribeiro alla batteria, Ivâni Sabino al basso, Silvia Goes al piano, Naima Ferreira alla voce.
La Bossa Nova non ha tempo né età
Domani concerto
agli Arcimboldi

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