Torino - Un bambino di 9 anni, di origine venezuelana, operato nel reparto di oncologia dell’ospedale infantile "Regina Margherita" di Torino, è morto oggi per un incidente alla centrale di distribuzione dell’ossigeno, dove erano in corso dei lavori.
La ricostruzione dei fatti Secondo quanto si apprende il bambino era ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale. Sono in corso verifiche per chiarire la dinamica dell’incidente. L’incidente è stato confermato dalla Direzione regionale della Sanità del Piemonte che sottolinea che "il prodigarsi del personale in occasione dell’emergenza ha evitato che l’incidente avesse ulteriori drammatiche conseguenze su altri pazienti". Sono in corso verifiche sull’episodio e il materiale acquisito sarà messo a disposizione della Procura.
Coinvolti altri 4 bambini Altri cinque bambini coinvolti nell’incidente stavano respirando una miscela di aria e ossigeno per cui - hanno riferito fonti dell’ospedale Regina Margherita - non si sono neanche accorti del problema creato dalla mancanza di ossigeno. Due di loro si trovavano in sala operatoria per essere sottoposti a intervento chirurgico; tre (fra i quali il piccolo venezuelano deceduto) erano nel reparto Rianimazione-Terapia intensiva e uno nel reparto Cardioanestesia. L’incidente - da quanto si è saputo in ospedale - è avvenuto nel pomeriggio, fra le 15:30 e le 16.
Un evento raro e inspiegabile Un paziente cui viene somministrato ossigeno "normalmente può sopravvivere 10-15 minuti all’interruzione dello stesso, nei pazienti gravi il tempo si riduce a pochi minuti". Così Vincenzo Carpino, presidente del sindacato medici di anestesia e rianimazione Aaroi-Emac interviene sulla tragedia all’ospedale Regina Margherita di Torino. Un evento, quello occorso all’ospedale, dice l’esperto, "molto raro e inspiegabile. Se è vero che erano in corso lavori alla centrale ci voleva più attenzione e prudenza, attrezzandosi in maniera tale da poter far fronte a eventi di questo tipo. Un’attenzione che doveva essere doppia considerato che si trattava di un ospedale pediatrico".
Carpino ricorda che "ogni ospedale ha una scorta di bombole di ossigeno volte a far fronte ad eventuali esigenze, o a imprevisti come la rottura dell’impianto di distribuzione dell’ossigeno. Normalmente ne hanno una piccola riserva non sufficiente per tutti i pazienti, destinata soprattutto alla sale operatorie e ai reparti di rianimazione. In questo caso, però, la prudenza doveva essere maggiore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.