Sport

Tormentone Toro Cairo si ritira Arrivano i romani

Alessandro Parini

da Torino

Robe da matti. Il nuovo presidente del Torino è Luca Giovannone, ciociaro di 41 anni, dottore in psicologia, titolare della Vita Serena spa che fornisce personale specializzato, proveniente soprattutto dai Paesi dell’Est, alle Asl di tutta Italia. In piedi da dicembre, la Vita Serena spa, che prima era una semplice cooperativa e non aveva per questo fini di lucro, ha un fatturato di 4 milioni: «Ma siamo in piena espansione - aveva dichiarato nei giorni scorsi -. Prevedo di far arrivare in Italia 10.000 nuovi infermieri in 5 anni». Intanto, ha fatto arrivare al Torino altri due imprenditori laziali che lo affiancano nell’avventura e che gli hanno permesso di «battere» Urbano Cairo, che sembrava a un passo dall’acquisizione del club granata.
È stata, quella di ieri, una giornata grottesca per il Toro e i suoi tifosi. Intorno all’ora di pranzo Cairo e il suo legale, l’avvocato Trombetta, si erano recati negli uffici del Comune di Torino per incontrare il presidente granata Marengo e l’assessore al Bilancio Peveraro: tra un colpo di scena e l’altro, alle 17,30 veniva data per certa l’acquisizione della società da parte di Cairo. I termini erano questi: 11 dei vecchi dipendenti del Torino sarebbero stati assunti dal Comune e destinati ai siti olimpici, mentre 9 del vecchio staff dirigenziale sarebbero stati liquidati subito. Gli altri, ovvero Stringara, Padovano & C., avrebbero fatto parte del nuovo Torino Fc per poi esserne probabilmente subito licenziati, con tanto di buonuscita.
A Cairo sarebbero stati anche concessi, all’interno dello stadio Comunale, spazi pubblicitari ulteriori rispetto agli accordi presi con la precedente gestione. Invece, tempo mezz’ora e cambiava tutto: si materializzava Giovannone, l’uomo forte della cordata-Marengo dall’alto del 51% delle quote detenute, e Cairo rimaneva con un palmo di naso. Giovannone, conterraneo di Graziani e da sempre tifoso del Toro, si diceva contrario alla cessione della società e pronto a rilevarne il residuo 49% (con due soci).

Nel frattempo Marengo e l’ad Rodda si dimettevano, Peveraro chiedeva scusa alla città e dichiarava di «volere sapere l’identità dei nuovi soci in tempi brevissimi», Cairo arringava la folla dal balcone del Comune e i tifosi imprecavano.

Commenti