Milano - Nel segno della «Fenice» - non a caso il nome con cui è stata battezzata tutta l’operazione - Alitalia riprende vita dalle ceneri di se stessa. Nomen omen, dicevano i latini: il nome è il destino. Alitalia è defunta, e dalle sue ceneri affidate al commissario è rinata grazie a Cai. Quest’ultima ora completa la resurrezione: l’assemblea (convocata per oggi, ma che si svolgerà presumibilmente domani alle 11 in seconda convocazione) voterà il cambio di denominazione della società, da Cai in Alitalia. È la fine di un primo ciclo: Cai ha completato la sua missione straordinaria di acquisizione, ora proseguirà, con il nome Alitalia, nell’attività ordinaria di trasporto aereo.
Un fatto simbolico, ormai scontato. In una prima fase, sembrava che Bruxelles imponesse una rivisitazione del logo per rimarcare l’interruzione di continuità tra vecchio e nuovo; poi, stanti altre garanzie e le grandi difficoltà legate alla modifica della sigla Iata AZ, la strada si è semplificata. Dal 13 gennaio l’operatività sarà dunque di Alitalia, anche se per un tempo imprecisato gli aerei della ex Air One continueranno a volare con la propria livrea. Da quella data, comunque, il network sarà unificato, come annunciano già i siti della due compagnie: 70 destinazioni, di cui 23 nazionali, 34 internazionali e 13 intercontinentali e un maggior numero di collegamenti diretti tra le città italiane. La novità più interessante per i clienti di Alitalia è che ora potranno accumulare miglia anche con i voli ex-Air One (che continueranno per ora a dare i punti Miles&more). Sono ancora numerosi, comunque, i tasselli da comporre. Sebbene l’adesione alle proposte di assunzione sia molto vasta, una serie di problemi sindacali sono ancora sul tappeto, a cominciare da quelli del personale di terra di Fiumicino che nei giorni scorsi hanno paralizzato l’aeroporto e migliaia di viaggiatori. Detto per inciso, i danni operativi vanno in conto a Cai, poiché il passaggio formale della contabilità dal commissario al nuovo azionista è avvenuto il 1º dicembre. Oggi sono previsti alcuni incontri sindacali (il primo con i confederali di terra alle 10.30, il secondo alle 15.30 con gli assistenti di volo). Per quanto riguarda l’handling, è stato sospeso il progetto di esternalizzazione delle pulizie di bordo alla società Pegaso. Alitalia si è impegnata - ricordano i sindacati - a una definizione completa degli accordi entro il 30 dicembre: cioè domani.
Per il partner straniero si va invece ai primi giorni dell’anno, e comunque una decisione sarà presa entro il 13 gennaio. In questi giorni non risulta ci siano stati nuovi incontri né con Air France né con Lufthansa. Le previsioni non sono diverse comunque da quelle già più volte riferite: sebbene Lufthansa mostri di premere ancora per un’alleanza con Alitalia, sembra ormai che Parigi sia alla vigilia della firma. In linea di massima, Air France dovrebbe acquistare il 25% di Alitalia, versando in conto aumento di capitale una cifra ipotizzata in 250 milioni. Diventerebbe il primo socio, ed è ancora in discussione il suo ruolo nella governance della società. Sebbene l’atteggiamento di Parigi sia sempre stato molto rassicurante, dichiarando di non volersi intromettere nelle questioni di una compagnia che ha fatto dell’italianità il suo scopo e la sua ragione, sono innegabili alcune conseguenze: l’apporto tecnico operativo di Air France sarà determinante per l’attività di Alitalia, e l’asse dell’attività sarà basato sulle relazioni Italia-Francia (già peraltro esistenti da anni).
Proprio in questo senso Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, presidente e ad di Alitalia, hanno chiesto una revisione a vantaggio di quest’ultima della spartizione degli utili delle tratte comuni. Inevitabile, anche, che il partner straniero di oggi sia il candidato naturale a un’acquisizione di Alitalia domani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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