nostro inviato a Appiano Gentile
José di Quaresma ha parlato poco: «Vedremo se sarà stato un buon affare o un cattivo affare».
Invece due cose su Balotelli, questa volta con la coscienza pulita perché la richiesta arriva dritta da José Mourinho che a un certo punto della sua conferenza fa: «E di Balotelli oggi non si parla?».
Giusto. Dunque: il ragazzo è convocato. Domanda: è convocato perché è finito il mercato invernale, perché ha dato segnali positivi in allenamento, perché Casiraghi si sarebbe trovato in imbarazzo a portarselo con lUnder, o perché Adriano è squalificato, Cruz influenzato e quindi non ci sono alternative?
Buone le prime tre, la quarta è subito chiarita dal tecnico: «Sarebbe stato convocato comunque, anche con Adriano disponibile». Una risposta che vale per ogni ulteriore dubbio, con una parabola, quella dei tre livelli. «Ci sono tre momenti - ha attaccato José -: non fai quello che ti dico, fai quello che voglio perché te lo dico, lo fai senza che io ti dica nulla. In questo momento Mario è al secondo livello. Ogni minuto durante il suo allenamento lui fa quello che voglio, quando arriverà al terzo livello lui sarà quel calciatore che tutti sperano possa diventare». Sembra un lavaggio completo, un bagno purificatore, se José non aggiungesse il particolare: «Ma la sensazione è che se mi distraggo un attimo, lui perde subito la strada. Comunque sono già molto soddisfatto del suo secondo livello, e la soddisfazione sarà completa appena lui capirà tutto da solo e farà quello che voglio senza che io glielo dica».
E poi ha continuato a parlare di Balotelli: «Esposito, lallenatore della Primavera, mi ha detto che mette in campo Mario e gli dice di fare quello che vuole, e lui fa la differenza. Bene, ho pensato, allora vuol dire che lo schema che Mario preferisce è dieci giocatori più Balotelli. Questo non è possibile - ha precisato José -. Se lui non ha ancora la maturità tattica per giocare in un ruolo, la deve acquisire. Lui ha tutte le qualità per riuscire in qualsiasi ruolo, ecco perché si parla tanto di lui, le aspettative e le esigenze nei suoi confronti sono alte come lo è il suo potenziale». E sul momento che ha attraversato il ragazzo cè la conclusione finale sul tormentone: «Tutti abbiamo avuto una responsabilità su quello che ha fatto fino a oggi Balotelli, positiva o negativa che sia. Lui è ambizioso perché sono alte le sue capacità e lo sa». Oggi è convocato con buone possibilità di giocare, non subito, ma tornare in campo dopo Siena-Inter del 20 dicembre, è gia un buon passo.
Lassenza di Adriano comunque è stata una bella spinta, Mourinho è preoccupato per la lunga assenza del brasiliano: «Stare fuori gli sta facendo molto male, avevamo organizzato unamichevole apposta per lui - ha spiegato -, ma un problema alla caviglia gli avrebbe impedito di giocare, così come nella Primavera contro lAtalanta. Però è stato convocato per la sfida con lItalia, per una volta la sua nazionale ci fa gioco». Il Milan? Neanche nominarlo: «Penso al Lecce». Ma Adriano tornerà disponibile proprio per il derby, e anche se José non lo dichiara, è un rientro molto gradito: «Ancora il Milan? Bella squadra, grandi giocatori, tutto bello, ma sono a sei punti». Argomento chiuso a sei mandate. Oggi alle diciotto cè lanticipo di Lecce, quando gli chiedono come mai lInter sembra una squadra da trasferta non si capisce dove gli finiscano le mani, ma la risposta è immediata: «Vai a giocare su campi strapieni, tutti vogliono batterti, senti tanta pressione, poi però arriva Bergamo e tutto cambia. Ma ho parlato alla squadra, regalare un tempo agli avversari non è possibile, i giocatori lo hanno capito». José recupera su Beretta detto Barnetta: «Lho conosciuto, è bravo e simpatico, sta facendo un buon lavoro e la società gli ha giustamente dato fiducia. Lui ha detto che non firmerebbe per un pareggio, quindi vuol dire che siamo in due a voler vincere e questo significa che sarà una bella partita».
Dietro forse torna Maxwell, qualcosa potrebbe cambiare anche nella coppia di centrali difensivi con il rientro di Chivu, soliti quattro nel rombo e davanti Crespo o Mancini con Ibra e Balotelli in agguato, lInter nelle ultime 13 gare di campionato ha sempre segnato.
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