Esce dal carcere dove era richiuso per spaccio di droga, espleta velocemente in questura le pratiche burocratiche per lobbligo di firma, poi, siccome il tempo è denaro, si rimette subito al lavoro, cioè a spacciare droga. Per lui le porte del carcere si rispalancano venti ore dopo la liberazione.
Protagonista di questa vicenda è un marocchino di ventiquattro anni, spacciatore di professione, che la sua professione la prende davvero sul serio. Uscito dal carcere di Savona nel pomeriggio di lunedì, è rientrato a Genova e, diligente, si è subito recato in questura per mettere a punto tutte le pratiche relative allobbligo di firma che gli era rimasto dopo la detenzione. Ma la tentazione è stata troppo forte e la lontananza dagli affari impossibile da sopportare ancora. Così il giovane ha contattato il suo fornitore di eroina e hashish, ha fatto il «pieno» e si è rimesso a spacciare.
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