Roma - «Le spiace se mi tolgo le scarpe?». E prima della risposta sfila dalle estremità doloranti due calzature (pelle di serpente color crema) maledettamente strette. «Sa com'è: anche le dive hanno i piedi». Ma non tutte hanno la testa. Lei invece - star di levatura mondiale prima, regina del gossip e della tv popolare poi - è riuscita con intelligenza ad avviare una seconda, inattesa, sorprendente carriera. Da martedì 18 di nuovo protagonista d'una fiction (Carabinieri 7 su Canale 5), presto nuovamente al cinema con Pupi Avati (titolo da definire, accanto a Diego Abatantuono, Carlo Delle Piane e Neri Marcorè), prossimamente al debutto nel musical teatrale (in Gloriosa, scritto appositamente per lei al festival estivo di Borgio Verezzi). Dopo quarant'anni di carriera lirica a livelli stellari, la diva Katia Ricciarelli sembra nata a seconda vita. Artistica.
«Sa cos'è? Oggi finalmente posso fare tutto quello che, quand'ero star dell'opera, era tabù. Me ne vado in bici sul lago di Garda lasciando il cappotto a casa. Esco alle due di notte senza la sciarpa. Ignoro tutte le fisime asfissianti che dovevano proteggermi l'ugola. Vivo serena. E lo devo a questa seconda carriera che (io sono molto religiosa: lo credo fermamente) è stato un vero dono del Cielo».
Quanto di tutto questo era stato programmato?
«Nulla. Quando Avati mi propose il mio primo ruolo in La seconda notte di nozze, pensai: questo è pazzo. Quando per quel film presi il Nastro d'Argento, mi dissi: “Si sono sbagliati”. Ma oggi devo ammettere che Pupi ebbe gran naso. Io mi sono affidata a lui; lui s'è fidato di me. E oggi sono un'attrice».
Eppure attrice lo era già: quando cantava l'opera.
«Ma di tipo completamente diverso. Sulla scena lirica tutto è ampio, tonante, eccessivo. Davanti alla cinepresa tutto dev'essere piccolo, discreto, accennato. Quando dovetti unire le due tecniche nel film tratto dall'Otello, Zeffirelli mi sgridò: “Oh bimba: o fai come ti dico io, o finisci dalle stelle alle stalle”. I pianti che mi sono fatta!».
E oggi? Che tipo d'attrice sarà in Carabinieri 7?
«Istintiva, spontanea, genuina. Mi affido ai consigli di regista e colleghi, molto umilmente. Interpreto una donna ricca ma senza marito né figli, che andando dai carabinieri per una denuncia viene scambiata per la donna delle pulizie, e sta al gioco, pur di sentirsi meno sola. È divertente pensare che dovrò essere stonata. E fare la donna di casa. Io, che in 18 anni passati a via della Vite con Baudo, non ho mai fatto neppure un caffè».
Un altro aspetto che il suo passato di star siderale non faceva supporre: l'autoironia.
«Del mio senso dell'umorismo si stupisce solo chi non mi conosce davvero. Molti mi pensano come la primadonna distante, che gira in pelliccia, camminando sulle uova. Ma io sono diva solo quando qualcuno si permette di non trattarmi da diva. Allora mi arrabbio e torno star: com'è successo alla Fattoria».
A proposito di quel reality: quanti dell'ambiente lirico ancora non le perdonano quella «stecca»?
«Tanti. Ma chi se ne frega. Ho fatto la Fattoria perché nell'opera avevo dato il massimo, e finalmente volevo prendermi una vacanza. E poi, non è che nell'opera ci siano tanti intenditori, sa? Molti sono solo dei fanatici, con la puzza sotto al naso. Misurano la lunghezza degli acuti di Del Monaco rispetto a quelli di Di Stefano; e non capiscono un acca di musica».
Sanremo l'ha visto?
«No. Proprio per evitare di dover rispondere cosa ne pensavo. Ma da quello che ho letto, mi pare che gli ingredienti ci fossero, e fossero ottimi. Solo che nessuno pensa che, forse, nel frattempo sono i gusti dei telespettatori, ad essere cambiati».
E il musical che l'attende?
«Altra bella sfida. È Gloriosa, scritto apposta per me. La storia di una cantante lirica stonata, che a furia di studio ed esercizio, aiutata dall'amica del cuore (Valeria Fabrizi) riuscirà a trionfare. Saremo in luglio a Borgio Verezzi, in autunno al Sistina di Roma. Anche qui posso permettermi di prendermi un po' in giro: per fortuna ci sono le cronache e i dischi, a dimostrare che stonata non lo sono stata mai».
Qualcosa che vorrebbe realizzare da attrice.
«Una bella scena di sesso. Con Avati avevo attorno quattro marcantoni, ma dovevo fare la mamma.
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