Marina Pescatori
Unantica colonia romana in Abruzzo torna a vivere in una mostra attraverso i suoi reperti. È Alba Fucens, città fondata alla fine del IV secolo a.C. in posizione strategica su uno sperone prospiciente la conca marsicana. Nel I secolo d.C., epoca della sua massima espansione, la «piccola Pompei» contava oltre 5mila abitanti governati da una raffinata classe dirigente che contribuiva a renderla fastosa. Ma il suo destino era segnato. Distrutta dal terremoto del 501 d.C. venne di seguito abbandonata e ancora oggi aspetta che il suo tesoro, solo in parte scoperto, venga alla luce così comera, giacché nullaltro che la terra impedisce il suo recupero in un territorio che non ha subìto nei secoli stratificazioni costruttive. In omaggio allantica colonia e agli archeologi che contribuirono alla sua riscoperta, fino al 10 dicembre lAccademia Belgica presenta «Poco grano molti frutti. Cinquantanni di archeologia ad Alba Fucens», un evento che non a caso coinvolge lIstituto creato nel 1939 a Roma. Fu infatti Fernand De Visscher, direttore dellAccademia che, in accordo con la Soprintendenza Archeologica abruzzese, diede il via ad una lunga campagna di scavo nella quale furono impegnati noti studiosi. Tra essi, Franz De Ruyt, padre dellodierno ambasciatore belga in Italia il quale ancor oggi ricorda, nostalgico, le estati passate con i genitori in Abruzzo.
La mostra, che documenta il divenire della ricerca con particolare riguardo agli scavi belgi dal 1949 al 1979, si presenta ricca di fonti fotografiche, cronaca del tempo, ed è resa vivace nel suo percorso dalla messa a punto di una piccola magia: i reperti parlano. Grazie alla radio archeologia, quando ci si avvicina ad alcune opere una voce narrante prende vita; descrive fatti, personaggi, eventi della colonia romana dAbruzzo. In prima persona, Agrippina parla di sé, della sua famiglia, di suo marito Claudio che «pensò di prosciugare il lago Fucino, lì tra i monti che racchiudono Alba», e la voce di Silla racconta la storia dellantica città mentre un insieme di altri effetti speciali ricreano le atmosfere e le suggestioni che accompagnarono i momenti salienti delle scoperte.
Dopo quasi trentanni di interruzione, ad Alba la ricerca archeologica riprende. Sotto la direzione di Adele Campanelli della Soprintendenza per i Beni Archeologici dellAbruzzo, sono appena iniziati gli scavi nellarea del Santuario, la stessa dove nel 1945 venne alla luce uno dei reperti più interessanti, la statua colossale dellErcole Epitrapezios.
«Poco grano molti frutti. Cinquantanni di archeologia ad Alba Fucens», fino al 10 dicembre. Orario: tutti i giorni escluso il lunedì 10-13;15-19. Ingresso gratuito.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.