da Giacarta
Almeno 105 persone sono morte e altre 68 sono rimaste gravemente ferite nello tsunami che ha colpito ieri le coste meridionali dell'isola di Giava, in Indonesia.
Lo ha riferito la Croce rossa indonesiana, precisando che il bilancio è destinato ad aggravarsi: i dispersi sono al momento 167. Non ci sono notizie di danni in altri Paesi dell'area e il Centro di allerta per gli tsunami delle Hawaii ha escluso la possibilità che il nuovo maremoto abbia causato conseguenze simili a quello disastroso del 26 dicembre 2004.
La ricostruzione della giornata getta un'ombra sul ruolo svolto dai diversi centri sparsi per il mondo che hanno il compito di prevedere l'arrivo dei maremoti. Il terremoto, infatti, è stato registrato una prima volta al largo dell'Isola di Giava alle 10,19 italiane. Alle 10,54 l'Agenzia di Stato americana per la geofisica e la meteorologia ha definito «lieve» il sisma, valutato 5.5 gradi della scala Richter, dichiarando che non ci sono notizie di morti o danni. Non si parla ancora di tsunami. Solo nel pomeriggio, a molte ore di distanza dal terremoto, la situazione si mostra in tutta la sua gravità, con bilanci di vittime continuamente rivisti al rialzo. La macchina della prevenzione, impiantata dopo il disastro del dicembre 2004, non sembra quindi avere fatto il suo dovere.
Il maremoto di ieri è stato scatenato dal terremoto registrato al largo della costa meridionale dell'isola di Giava.
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