Torna la voce calda di Malika Grovigli di emozioni sul palco

È un personaggio e soprattutto una vera cantante-artista in un mondo di idoli allevati in televisione. Malika Ayane è artista sincera che ha molto da dare e da dire e che ha visto riconosciuta dal grande pubblico (leggi megasuccesso) la sua originalità e vivacità stilistica. Superfluo citare i suoi happening sanremesi (conquistando il Premio della critica all’ultimo festival ha messo d’accordo tutti e lei l’ha commentato così: «Essere apprezzata come musicista da musicisti e addetti ai lavori mi rende mostruosamente orgogliosa»), la sua camera con vista permanente sulle classifiche di vendita coi suoi due dischi (l’ultimo è Grovigli), le sue colonne sonore di famosi spot televisivi.
Malika è amata per la sua voce, per ciò che sa tirare fuori cavalcando jazz, blues e pop con grande gusto narrativo. Lo scorso novembre, prima del suo secondo Sanremo, s’è esibita al Blue Note - con tanto di parrucca bionda - attirando il pubblico delle grandi occasioni. Ora, con la nuova tournèe che girerà tutta Italia e mezza Europa, riparte dal tempio del jazz stasera, domani e sabato con sei show (due concerti per sera, alle 21 e alle 23.30) tutti esauriti da tempo. Sarà un’impresa poterla vedere e molti fan rimasti senza tagliando si lamentano. Eppure a novembre, prima di salire sul palco ci aveva detto: «Sono al settimo cielo ma la tempo stesso il panico mi attanaglia, prima di tutto perché il Blue Note è il tempio del jazz, un punto di arrivo importante. Poi perché Milano è la mia città e voglio fare bella figura. Sa come siamo noi milanesi, sempre ipercritici e a caccia della perfezione». E lei è una milanese 26enne (di mamma italiana e papà marocchino) che certo non si è improvvisata cantante. Altro che sfide nei talent show; lei si è formata nel coro di voci bianche della Scala e si è specializzata nel repertorio di Benjamin Britten. Lì si capisce da dove viene la sua voce. Però la sua timbrica screziata le permette di avventurarsi nell’inquietudine modulatoria del jazz perché alle sue radici c’è anche Billie Holiday. «Ho ascoltato Billie Holiday e i grandi del blues e la mia vita è cambiata. Ho cominciato a reinterpretare i loro classici e a rileggerli a modo mio». Risultato? Una particolarissima versione di Over the Rainbow (un confronto mica da ridere se si pensa che l’originale è di Judy Garland nel film Il mago di Oz) che diventa jingle di un noto spot pubblicitario. E poco dopo la «cattura» Caterina Caselli, una che di Talenti con la t maiuscola se ne intende.
La popolarità da star (duetti con Paolo Conte, canzoni per i film di Paolo Virzì, album natalizio di Andrea Bocelli compresi) non l’hanno cambiata; ha sempre quel sorriso da timidona per minimizzare il successo e in carniere brani come Ricomincio da qui (ispirata a una poesia di Prevert) che hanno l’ossatura del best seller.

Ormai ha un solido repertorio e, oltre ai suoi brani, infiammerà la platea con le cover, di stampo jazzistico naturalmente. «Le scelgo e le comunico alla mia band pochi minuti prima di salire sul palco in modo da garantire l’improvvisazione», dice, ed è il suo gioco preferito e più affascinante.

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