Cultura e Spettacoli

Tornano di moda gli amori di «Julia»

Somerset Maugham ha scritto romanzi sempreverdi, come Il filo del rasoio, che hanno ispirato continuamente al cinema film d’impronta inglese anche quando prodotti da Hollywood. Tratto da Theatre (1936), Being Julia - La diva Julia ha invece una matrice canadese, inglese e ungherese. Girando in inglese, si puntava sul mercato statunitense, dunque il personaggio principale - un’attrice teatrale inglese d’origine francese - viene interpretato da un’attrice cinematografica americana!
Ma Annette Bening sa destreggiarsi e ancora una volta è stata nominata all’Oscar, invano, proprio per questo film. Trovata la star, occorreva coinvolgere il pubblico odierno e grossolano in una vicenda remota e rarefatta. Erano pronti alla bisogna Ronald Harwood (Oscar per Il pianista) e Istvan Szabò (Oscar per Mephisto), che avevano già firmato A torto o a ragione sul caso Furtwängler.
Nessun dramma patriottico-esistenziale però nella Being Julia - la diva Julia: solo la crisi sentimentale di una quarantenne nella Londra del 1938. Rispetto al libro, il film è infatti posticipato per poter accennare alla crisi dei Sudeti. Eppure l’anglo-francese Julia Lambert non ne è l’eroina per riscattare il compromesso di Chamberlain e Daladier, ma per uscir bene dal far uscire dal letto giusto l’uomo sbagliato (Shaun Evans), commercialista e arrivista. Lungamente e serenamente infedele al marito (Jeremy Irons), solo dopo di lui Julia capisce d’essere usata e di essere sul punto di essere beffata...
La Londra della «Diva Julia» è ricostruita nelle vie di una Budapest credibile, salvo per i dossi artificiali, invenzione recente. Del resto, quasi tutta la storia si svolge in interni. Poiché lo spettatore coglie le allusioni meno del lettore; poiché l’«amicizia» di Julia con la virago (Miriam Margolyes) che ne finanzia la compagnia teatrale è - almeno da un lato - inestetica oltre opportunistica, per bruciare il dovuto incenso a Saffo, Harwood e Szabò inventano che Julia abbia ispirato un quadro di Tamara de Lempicka. La trovata è modesta e obliqua, ma prende solo un minuto a un film che di obliquo e notevole ha il rilancio del romanzo (Adelphi).



BEING JULIA - LA DIVA JULIA di Istvan Szabò (Canada/GB/Ungheria 2004), con Annette Bening, Jeremy Irons. 105 minuti

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