Tornano in utile le banche europee, ricavi ai livelli precrisi

Le grandi banche europee sono tornate tutte in utile: i conti e il livello di patrimonializzazione stanno seguendo un trend positivo e, almeno dal punto di vista dei ricavi, si è su livelli superiori a quelli pre-crisi, ma aumentano contemporaneamente l’esposizione ai derivati e i crediti dubbi. Lo afferma un rapporto di Ricerche & Studi di Mediobanca, condotto sui 18 principali gruppi del credito, tra cui le italiane Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Significativo in particolare il miglioramento dell’utile netto, che nel semestre si è attestato a 40,5 miliardi con un incremento del 42,5% sul primo semestre 2009. I ricavi complessivi nello stesso periodo sono invece saliti del 10,8%, a 247,8 miliardi: ma proiettati su base annua, sarebbero pari a circa 495,5 miliardi e quindi superiori del 9,9% a quelli del 2009 che a loro volta avevano superato del 4,8% quelli del 2007, assunti come livello pre-crisi.
Un po’ diversa la situazione delle due maggiori banche italiane, che segnano riduzioni di ricavi (-7% per Intesa Sanpaolo e -6,3% per Unicredit), oltre a una contrazione del risultato netto (rispettivamente del 2,7% e del 24,6%), ma anche minori perdite su crediti (-15% Intesa Sanpaolo, -18% Unicredit). Nei bilanci delle due «big» italiane, inoltre, il peso dei derivati è scarso: 12% per Unicredit e 8% per Intesa, mentre per altre banche europee, come Deutsche Bank, a fine giugno 2010 era pari o superiore a un terzo del totale di bilancio. Di fatto, a quella data la massa complessiva dei derivati in portafoglio alle 18 big era pari a circa 4mila miliardi, in aumento del 26% circa rispetto ai 3.200 miliardi di fine 2009. Aumentano anche i crediti dubbi, passati da 424 a 448 miliardi (+5,7%) sul totale europeo. Qui l’Italia fa peggio (+7%) della media europea, essenzialmente per la crescita importante segnata da Unicredit (+14%). Lo studio di R&S rileva poi che il tasso di copertura dei crediti dubbi mostra livelli stazionari sia nella media europea (53,6%) che in quella italiana (46,8%).
Migliora sensibilmente, invece, il livello delle perdite sui crediti da parte delle principali banche europee: a fine settembre erano infatti pari a 46,5 miliardi di euro (-26%). E i due principali istituti di credito italiani seguono il trend. Unicredit nei primi nove mesi dell’anno ha segnato perdite su crediti di 5,1 miliardi (-17%), Intesa Sanpaolo di 2,2 miliardi (-15%).
Infine, il capitolo aiuti pubblici: in Europa, hanno raggiunto un valore cumulato pari a 1.931 miliardi, ma per effetto dei rimborsi l’esposizione netta dei governi è poi calata a 1.310 miliardi.

Molto più elevata la cifra degli aiuti pubblici elargiti al settore bancario negli Stati Uniti: originariamente pari a 2.792 miliardi di dollari, si è assestata a 2.050 miliardi, essenzialmente per rimborsi e riacquisti di capitale.

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