Roma - «Non sono mai riuscita a vederlo. Appena mi capitava davanti, facendo lo zapping, mi veniva il nervoso. E dovevo girare». Inutile chiederle, quindi, se le è piaciuto o meno. La risposta è implicita. E ora che sta per riprendere in mano l’originale, è intuibile il suo parere riguardo la copia. «Quel programma l’ho seguito pochissimo - ribatte, mordendosi la lingua -. E comunque, vedendolo, mi sembrava di avere le traveggole. Era come assistere al mio stesso show; ma fatto da un altro». Ma adesso che, reduce dai fasti di Sanremo e dalla consacrazione degli Oscar Tv, Antonella Clerici torna con Ti lascio una canzone (nove nuove puntate, da sabato su Raiuno) può permettersi d’ignorare Io canto. Ovvero la fotocopia infantil-canterina che il suo regista e autore Roberto Cenci, transfuga a Mediaset, ha riproposto su Canale Cinque, limitandosi a cambiare titolo e conduttore. «Non ho ancora ben capito perché l’abbia fatto. A me non ha fatto piacere. Anche perché lo stesso Gerry Scotti ha ammesso che non si trattava di una copia ma proprio dello stesso programma. Così, appena mi capitava a tiro col telecomando, cambiavo subito canale».
E ore che riparte l’«originale» (come puntualmente precisa il trailer), il pubblico non rischierà di confonderlo con la copia?
«Non credo. A fare la differenza ci sono i conduttori. E il mio stile è diverso da quello di Scotti, come io sono diversa da lui. L’unica paura che dobbiamo avere è il rischio-usura. Faremo altre nove puntate, praticamente, sullo stesso argomento. Confido però che il nostro pubblico continui a seguirci e afferri la differenza. E poi noi abbiamo già della storia alle nostre spalle: alla gara parteciperanno anche i talenti delle passate edizioni. Quelli che il pubblico conosce e ama».
Dunque non avete pensato ad alcuna novità, per differenziarvi almeno un po’?
«Cambiare la formula di un successo è difficile. E anche sconsigliabile. Non siamo noi a dover inseguire loro; semmai il contrario. Poi, mentre Io canto puntava tutto su un solo talento, Ti lascio una canzone ne ha selezionati moltissimi, perché è uno show corale dove conta più la canzone del personaggio, più l’ensemble del protagonista unico".
Lo show si trasferisce dall’Ariston di Sanremo all’Auditorium Rai di Napoli. Cambierà qualcosa?
«Nulla. Sono entrambi luoghi prestigiosi: il teatro napoletano è quello del leggendario Senza rete. E poi avremo ospiti di richiamo come Barbara De Rossi, Stefano D’Orazio, Claudio Baglioni, Sylvie Vartan, e “i tre tenorini”, che abbiamo lanciato proprio noi».
Insomma, si profila un altro successo. E per il futuro?
«Capisco di essere molto seguita dalla stampa, in questo periodo. Ma nessuna delle trasmissioni che i giornali hanno ipotizzato come mie in futuro lo sarà realmente. Non voglio fare Domenica In né La vita in diretta. Mi piacerebbe invece qualcosa per un pubblico trasversale, non solo “over 75”: i giovani intercettati con Sanremo non vorrei perderli. E tornerei volentieri a La prova del cuoco, dalla quale ritengo di essere stata estromessa, e che sento veramente mia. Dopo Sanremo tutti mi salutavano dicendo: “Complimenti per il Festival, quando torna alla Prova del cuoco?”».
Ma non sarebbe un passo indietro?
«Io non la vivrei come una diminutio. È merito del mio pubblico, il successo di Sanremo: chi mi vedeva nel quotidiano mi ha seguito al Festival. Tornare al programma che mi ha dato tanto sarebbe un modo per ringraziare. E per dare prova di umiltà».
Tornerebbe sul palco dell’Ariston?
«No. Per un po’ di anni, almeno. Stavolta ci ho messo tutte le mie idee, tutte le mie capacità. Prima di tentare il bis dovrei almeno ricaricarmi».
A proposito: dopo la sua edizione - la più vista di tutti i tempi - Paolo Bonolis, il detentore del precedente record, ha dichiarato che le sue preferite sono quelle di Fazio e Chiambretti.
«Ha detto bene. Erano edizioni “di rottura”, in linea con lo stile di Bonolis. La mia, invece, era più tradizionale, molto femminile: non poteva appartenergli».
Ultima curiosità: fra tante lodi qualcuno ha criticato il suo look effervescente e bamboleggiante.
«Sui miei ricci non transigo. Sono naturali, fanno parte di me; a stirarmeli non ci penso proprio. Quanto agli abiti, è vero: amo molto lo strass. Nella vita di tutti i giorni sono più sobria ma trovo che in tv un po’ di eccesso ci stia bene».
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