Toro in B Cairo: «È colpa mia» Fa festa il «centenario» Bologna

Roma Nemmeno mezz’ora e il sogno del Toro di evitare la B era già finito. Retrocessione inevitabile per i granata, arrivati a Roma con sette squalificati e tre infortunati, ma soprattutto legati all’esito del match di Bologna. Dove il Catania non ha opposto resistenza agli emiliani che sotto il diluvio hanno messo subito le mani sulla partita. Dopo tre anni, dunque, granata fra i cadetti. Con le lacrime di Ventola e Rosina, ma anche gli insulti ricevuti dalla squadra sotto la curva dei tifosi giunti nella Capitale. «Mi assumo tutte le responsabilità di questa stagione disgraziata», le parole del presidente Cairo, che paga una campagna acquisti non all’altezza in estate e nel mercato di gennaio e la girandola di allenatori, ben tre, nel giro di una stagione. Tra questi Novellino, colpevole al suo esordio, di aver incassato cinque gol in 33 minuti a Bologna, risultato poi rivelatosi decisivo nella corsa salvezza. «In questi tre anni ho speso tantissimo e mi sono divertito pochissimo - continua il patron del Toro -, ma ora è importante pensare al futuro e dimenticare ciò che è accaduto finora. Riparto con Foschi come dirigente e insieme a lui valuteremo le decisioni giuste da prendere». Cairo dice che investirà per rifondare, ma difficilmente Camolese sarà ancora il tecnico: «Gli obiettivi si conquistano cominciando a lavorare bene dal primo giorno», dice l’allenatore diretto in altri lidi. A Bologna tripudio dei 25mila accorsi allo stadio. «Papadopulo in sette partite (ha sostituito Mihajlovic, ndr) ci ha tenuto in A, il merito è suo e della squadra - sottolinea il presidente Menarini -. Una riconferma? Ora ci godiamo questa salvezza sofferta».

Passata dai 24 gol di Di Vaio (ieri ancora a segno) e da un finale insperato, ma soprattutto dagli scontri diretti con il Torino (fondamentale il pari in extremis sul campo dei granata). Un bel regalo per il centenario rossoblù.

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