(...) «Nella nostra zona i cinghiali ci sono da più di ventanni, ma questa è senzaltro unannata eccezionale - racconta uno degli abitanti di Torrazza, firmatario della petizione - Arrivano a gruppi di sette o otto, a volte anche insieme con i loro piccoli, e cominciano a scavare nei nostri giardini, in cerca del cibo che nei boschi non riescono più a trovare».
Il problema, secondo il sindaco di SantOlcese Angelo Cassissa (destinatario insieme alla Provincia di Genova della missiva inviata dai residenti) « è comune a tutta la regione ma non è di nostra competenza. Incontreremo lassessore provinciale, a cui spetta lorganizzazione di eventuali battute di caccia, ma le invasioni dei cinghiali nel nostro comune sono piuttosto frequenti, perché siamo attorniati da boschi: in estate si moltiplicano perché la caccia è chiusa».
Con lapertura della stagione venatoria, prevista dal 16 settembre al 31 gennaio, gli abitanti sperano infatti che la situazione migliori. Ma intanto si domandano a cosa sia dovuto questo aumento esponenziale del numero dei cinghiali: «Il territorio è cambiato - spiega Francesco Bruzzone, consigliere della Lega Nord in Regione e noto cacciatore - I cinghiali trovano un habitat ideale per riprodursi e nascondersi nelle zone dei boschi che via via vengono abbandonate dalluomo».
E i presunti ripopolamenti denunciati da qualche residente? «Sono tassativamente vietati dalla legge - prosegue Bruzzone - Forse erano giustificati ventanni fa, quando il cinghiale nei nostri boschi non cera. Ora, semmai il problema è opposto, e cioè che di esemplari ce ne sono troppi».
Lunica soluzione per limitare il fenomeno, secondo Bruzzone, rimane quindi una: «La caccia, che è indispensabile e che permetterà di allontanare molti cinghiali dalle zone abitate. Per gli abitanti è un bene anche dal punto di vista economico, perché il 90 % delle tasse che i cacciatori versano nelle casse della Provincia servono per ripagare i danni che sono stati loro provocati dai cinghiali ».
Lidea che siano i cacciatori a favorire la riproduzione dei cinghiali è respinta anche da Alessio Piana, presidente dellassociazione venatoria ANUU: «É unipotesi priva di fondamento - spiega - La crescita a ritmo esponenziale di cinghiali e caprioli è dovuta al progressivo abbandono del territorio, che una volta era presidiato dalle attività umane».
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