Il signor Ghisi si risente, a suo modo giustamente, di alcune esternazioni scatenate dalle dichiarazioni di Biasotti sul futuro della Liguria ritirando fuori l'assenza di ospitalità dei liguri nei confronti dei milanesi ed annunciando la sua partenza per altri lidi.
Vorrei spiegare al signor Ghisi che i pensionati milanesi, semplice icona di esempio per discutere di prospettive, molto cortesemente trascorrono tre, quattro, perfino sei o sette settimane l'anno nella nostra regione. I liguri, purtroppo per loro, devono rimanerci anche per le restanti 45. Se poi, addirittura, gli stessi Signori decidono di trasferirsi definitivamente in Riviera, iniziano ad incidere pesantemente sulla spesa sociale della regione stessa che ha il difetto di dover essere sostenuta dal vil denaro delle tasse, ora federalizzate, che escono sempre e solo da chi si alza la mattina e cerca di produrre qualcosa.
Caro Signor Ghisi: la sola Genova ha perso più di 200.000 residenti in vent'anni. Il 55% di chi è rimasto è, già di suo, pensionato. Le aziende fuggono perché isolate da una rete di trasporti boliviana e da un sistema di potere che talvolta ricorda da non molto da lontano gli octopoidi che pascolano nel meridione d'Italia.
È tutto questo che tiene la sinistra (i comunisti, come dice lei) al governo perché, come argutamente commentò ad Omnibus l'ex senatore Pd Polito qualche settimana fa, prende voti da disoccupati, pensionati o dipendenti statali. In Liguria hanno sublimato questo sistema facendo fuggire tutti gli altri e garantendosi la maggioranza a vita.
Mi spiace le dia fastidio sentirsi dire che la torta di riso è finita quando la troverebbe migliore a Miami o New York.
In questo momento, però, i pochi cuochi rimasti hanno un problema molto più grave: niente ingredienti.
Buon viaggio e faccia bene i conti prima di volare per la Grande Mela: lì non ci saranno inospitali liguri a pagarle i servizi, quando mai ne avesse bisogno, ed il ricordo dell'ultima fetta di torta rischia di causarle molta nostalgia.
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