Alessio Gaggioli
da Firenze
«La Toscana è come un atleta del salto in alto. Oltrepassata una soglia, lasticella continua a salire per cercare nuovi record». Chi paragona una fra le regioni più rosse dItalia a un atleta instancabile a caccia di record è il quotidiano del Vaticano, lOsservatore Romano. Un paragone che, visti i tanti contestati primati raggiunti dalla Toscana, calza a pennello. Lultima medaglia che la giunta toscana vorrebbe vedersi attribuire è per aver reso gratuita la terapia ormonale a chi vuole cambiare sesso. Uniniziativa che la Regione definisce «una scelta di civiltà» e che tra le altre cose, ai contribuenti toscani - la spesa è stata accollata alle Asl - non costerà molto dal momento che sono davvero poche le persone interessate. Ma questa «scelta di civiltà» a basso costo, dopo la bufera politica che si è scatenata in Toscana, ieri è stata duramente contestata dal quotidiano del Vaticano: «Lassessore alla Salute Enrico Rossi ha difeso il provvedimento ancorandolo al diritto alla salute riconosciuto nello Statuto e al diritto allautodeterminazione di ogni persona stabilito dalla legge regionale 63 del 2004. Per quanto riguarda la spesa a carico dei cittadini, Rossi ha detto che i costi a carico del servizio sanitario pubblico sono bassi. Ma la questione non è il costo pubblico. È il principio. Nessuno nega il diritto alla salute delle persone. Ma di fronte a problemi che affliggono la sanità toscana (liste di attesa, radioterapia, carenza di organici) forse la precedenza non spettava alle cure ormonali per chi ha deciso di cambiare sesso. E poi soprattutto, fino a dove salirà lasticella?».
In questi anni infatti la Regione governata da Claudio Martini si è contraddistinta per scelte che hanno scatenato polemiche olimpioniche. Prima delle terapie ormonali gratuite per i transessuali ha stabilito il record dellintroduzione del cosiddetto «aborto dolce». Termine aberrante che si riferisce allormai drammaticamente famosa pillola abortiva Ru486, introdotta per primo dal dottor Massimo Srebot allospedale di Pontedera e somministrata alle pazienti senza sperimentazione. Una scelta che portò lex ministro della Salute, Francesco Storace, a definire la Toscana «regina dellaborto». In più la stessa Regione, come ricorda anche il quotidiano del Vaticano «si è distinta per essere stata la prima a riconoscere nello statuto regionale le forme di convivenza alternative al matrimonio».
Un record che ha reso felice il parlamentare transgender del Prc Vladimir Luxuria, a cui piacerebbe che il governo Prodi prendesse spunto dalle incredibili iniziative della Regione fra le più rosse dItalia. Un record che ha nuovamente scandalizzato movimenti cattolici e no. E che ha spinto lOsservatore Romano a definire la scelta di civiltà e a basso costo della Toscana «unincredibile iniziativa». La decisione di dare ormoni gratuiti ai transessuali è stata ratificata con una delibera della giunta regionale del 29 maggio scorso, in cui si stabilisce che «le specialità medicinali a base di antiandrogeni, estrogeni naturali, estrogeni coniugati, loro associazioni e androgeni» saranno erogati con oneri a carico del servizio sanitario regionale direttamente dalle Asl. La Regione ha motivato liniziativa considerando che il disturbo dellidentità di genere, ovvero il transessualismo, «è una forma di profondo malessere e come tale necessita delle cure adeguate, al di là dei pregiudizi sociali e culturali che lo circondano».
Tutto questo, contrariamente a quanto prevede il sistema sanitario nazionale, ha ammesso alla rimborsabilità gli ormoni femminili per il sesso femminile e gli ormoni maschili per il sesso maschile. Per usufruire della terapia ormonale i soggetti affetti «da un disturbo cronico e complesso come lidentità di genere» dovranno comunque aderire a un programma terapeutico rilasciato da una struttura pubblica di endocrinologia andrologica e ginecologica e, inoltre, le aziende sanitarie dovranno trasmettere una rendicontazione semestrale dei medicinali erogati e lonere finanziario sostenuto.
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