Toscana, sgomberi d’oro Se anche Rossi e Renzi vengono truffati dai rom

Dalla Regione 400mila euro a Firenze per il rimpatrio degli ospiti di un campo Che invece intascano i soldi, partono ma poi ritornano. Pdl e Lega in rivolta

Toscana, sgomberi d’oro Se anche Rossi e Renzi vengono truffati dai rom

Roma Ci sono i rimpatri alla francese, e quelli alla toscana. Sarkozy viaggia sulle 9mila espulsioni l’anno, con voli appositi e di sola andata (sgomberato il 70% dei campi abusivi). In Toscana invece la sinistra di governo (in Regione e al Comune di Firenze) si è regolata diversamente: ha dato un po’ di soldi ai nomadi, invitandoli a tornare in Romania o Bulgaria. E loro? Sono partiti, solo che subito dopo sono tornati e adesso stanno ancora lì dov’erano, al campo rom Quaracchi alla periferia di Firenze.
Un flop gigantesco, costato in tutto 400mila euro (fino a 1.500 euro regalati ad ogni famiglia nomade) su cui il centrodestra toscano sta dando battaglia.

Quelli della Lega, che da qualche tempo esistono anche nei Consigli (alle regionali 2010 il Carroccio ha preso il 6,48%), chiedono aiuto al loro Bobo Maroni: «Intervenga il Viminale - chiede il segretario cittadino della Lega, Andrea Tavanti -. È folle sperperare così il denaro pubblico specie in un momento di crisi. Sarebbe meglio se Renzi si preoccupasse meno di apparire in tv e cominciasse ad apparire per le strade della sua città...».

A quanto risulta alla Lega, i nomadi si sarebbero tenuti i 1.500 euro e sarebbero restati al loro posto. «È una cialtroneria, un uso maldestro dei soldi» attacca il capogruppo leghista in Provincia, Marco Cordone.

Qualcosa non ha funzionato nel meccanismo messo in piedi per rimpatriare i rom. E a leggere il «progetto» si capisce anche perché. Dunque, il fondo di 400mila euro è stato stanziato dalla Regione Toscana con una delibera del maggio 2011: 200mila euro alla Società della Salute Zona Fiorentina Nord Ovest, altri 200mila al Comune di Firenze, «per lo sviluppo di interventi in favore dei nuclei familiari che si trovano in condizioni di gravissima marginalità e con particolare riferimento ai soggetti occupanti l’area sita in località San Piero a Quaracchi». Nella delibera si descrive anche la modalità del «rimpatrio», piuttosto farraginosa. Il piano si divide in due fasi: «La prima di un periodo stimato di circa 6 settimane svolte interamente in Italia con l’organizzazione degli eventuali accompagnamenti in patria; la seconda caratterizzata da due o più viaggi in Romania per la consegna del sostegno economico residuo e per la verifica del percorso». I 1.500 euro sono divisi in tre tranche: 700 euro alla partenza, 800 dopo 60 giorni. Passati i quali, sembra di capire dai guaiti dell’opposizione, le famiglie sono tornate a Firenze.

Il metodo francese è un po’ più semplice: per chi non ha l’allontanamento coatto (imbarcato su un volo), è previsto un contributo di 300 euro per rimpatriare, ma chi lo riceve deve lasciare le impronte digitali al momento della partenza, in modo che lo si possa individuare se tenta di ritornare indietro. In Toscana invece hanno previsto sei settimane per organizzare gli «accompagnamenti» dei nomadi in Romania (ma i rimpatri sono «eventuali»), e poi diversi viaggi degli educatori per consegnare il resto del contributo.

L’opposizione ha sollevato obiezioni. Era necessario un «gruppo di lavoro» per accompagnare i rom? Cosa sono i 15mila euro di «costi sportello»? E i tremila euro per il centro ascolto? «Che cosa devono ascoltare i rom dagli operatori»? hanno chiesto i consiglieri del centrodestra al Comune di Firenze.

La questione rom a Firenze non è nuova. Si calcola che dal 2004 ad oggi il Comune ha speso quasi 15 milioni di euro per la gestione dei campi nomadi. «Un pozzo senza fine, nella periferia c’è addirittura un villaggio con sette villette bifamiliari per i nomadi», attacca il capogruppo leghista in Provincia.

Ma quel che ha fatto più imbestialire l’eurodeputato toscano della Lega Claudio Morganti, sono stati i commenti di alcuni rom che, incamerati i soldi, hanno scelto di rimanere in Italia perché la vita in Romania sarebbe troppo costosa. «È chiaro che preferiscono rimanere in quell’Eldorado di parassitismo che è diventata la Toscana». Gitarella in Romania inclusa.

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