La Toscanini diretta da Temirkanov per una buona causa

Appuntamento a sostegno del Museo diocesano in Sant’Eustorgio. Dove il pensiero vola d’istinto alla Filarmonica della Scala e a Muti. Ma il felicissimo binomio non esiste più. E se c’è un’occasione nella quale non dobbiamo rammaricarci più che tanto è proprio questa. Il concerto è infatti nelle mani della Filarmonica Toscanini che, diretta da Yuri Temirkanov, coadiuvata dal magnifico Coro filarmonico di Praga e dai bravi solisti Jutta Koch soprano, Katja Starke mezzosoprano, Christian Baumgärtel tenore e Andreas Scheibner basso, propone il Requiem di Mozart. Il complesso oggi come oggi, è il fiore all'occhiello di un singolarissimo comprensorio musicale che ruota attorno a Parma. Città gloriosa e forse troppo a lungo un po' seduta sugli antichi fasti. Ma dalla quale oggi non passa giorno privo di notizie a dir poco eclatanti. Del genere Parma capitale europea della musica, istituto volto a potenziare e sostenere realtà vecchie e nuove.
Momento trainante il Regio e battesimo recentissimo con Muti sul podio. Ma se la città di Verdi e Toscanini è anche, assieme a Piacenza e Ravenna, la Cherubini, struttura a metà tra giovanile e vivaio proiettato verso il professionismo dalla sapienza didattica del suo fondatore e direttore Riccardo Muti; ed è anche il teatro Regio dall’attività autonoma, tutto il resto (incluse Piacenza e Busseto) ruota attorno alla Fondazione Toscanini. A iniziare dall’Orchestra regionale e appunto dalla Filarmonica Toscanini. La figlia prediletta, con qualità garantita da verifiche e contratti a tempo determinato oltre che dalla direzione musicale di Lorin Maazel. Non pare superfluo ricordare come, poco più in là, a Bologna, agisca la nuova giovanile Mozart di Abbado, a Ferrara sia residente la Mahler ora passata nella mani di Daniel Harding. Mentre Ravenna si nutre delle mille avventure del suo Festival. Tutte realtà che oltretutto implicano un frenetico turnover artistico. Che dire?
Non s’era mai vista una simile concentrazione di iniziative, orchestre e mostri sacri della bacchetta. Dunque la Toscanini, che un anno fa arrivò appunto con Maazel e un sinfonico. Adesso sui leggii c’è il Requiem di Mozart e sul podio l’ospite Yuri Temirkanov, lo zar della Filarmonica di San Pietroburgo. Ogni cosa va meravigliosamente per il verso giusto rendendo a Mozart affetti e affanni. Ma certo la situazione non è la più adatta alla nostra formazione.

Prevaricata dal coro e «russificata» da Temirkanov che dirige con un piglio, una piena sonora e un’emotività a tutto tondo che lasciano poco spazio ai silenzi dell’anima.
Quelli della Toscanini in cambio hanno ritrovato se stessi mercoledì, al Regio di Parma per i Sinfonici del Teatro, con Maazel, due Beethoven e uno Schubert coronati dal bis dalla Luisa Miller.

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