Il Toscano si fuma la crisi Testa a testa col «cubano»

Maschio, italiano e sopra i 35 anni: questo il profilo del fumatore di Toscano. Ne sono stati consumati oltre 140 milioni nel 2008, un bel numero se si pensa che dei mitici cubani se ne fumano circa 180 milioni. I numeri delle grandi multinazionali del tabacco sono lontani, ma il Toscano gode di ottima salute nella nicchia dei sigari di qualità. Un Toscano tornato italiano nel 2006 con il passaggio della manifattura dalla British American Tobacco al gruppo bolognese Maccaferri.
In un mondo che vede scendere il consumo complessivo di fumo Manifattura Sigaro Toscano (Mst) risponde con la qualità del prodotto: 100% naturale, solo tabacco tipo Kentucky rigorosamente ogm-free e una lavorazione le cui fasi fondamentali sono ancora eseguite a mano. Per ora il mercato è soprattutto italiano (Mst è il leader con una quota del 40%) ma l’obiettivo è di realizzare all’estero, entro il 2010, almeno il 10% del fatturato. Portando il Toscano non solo ai connazionali fuori dall’Italia, ma anche avvicinando a questa icona del made in Italy gli stranieri. E continuando a puntare negli anni sulle novità di prodotto: le edizioni limitate, i «sigaretti», i sigari aromatizzati (caffè, vaniglia, grappa). «Siamo famosi per l’arte del buon vivere. In Italia vengono tanti turisti e proprio qui potrebbero cominciare a fumare il Toscano», spiega Andrea Marazzi, direttore generale di Mst. Per ora si trova nelle tabaccherie di una ventina di Paesi, tutti europei tranne Libano e Australia. Ma già dopo l’estate partirà la distribuzione in Turchia, mentre si lavora per lo sbarco in Russia, Giappone e Canada entro la fine dell’anno prossimo. Più complicato il ritorno negli Usa, anche per via di un irrigidimento della regolamentazione. «È nei nostri piani ma non avverrà prima del 2011. Vogliamo arrivarci con un progetto solido, non solo di facciata. E questo comporta una serie di problemi logistici e di approvvigionamento», dice Gaetano Maccaferri, vicepresidente di Mst e presidente del gruppo Maccaferri.
Il 2008 di Mst si è chiuso con un fatturato di 73 milioni di euro e un utile netto di 10 milioni e mezzo. Confermate le previsioni per il 2009, nonostante la crisi economica: giro d’affari in crescita fino a 79 milioni e profitto in linea con quello dell’anno scorso.


Ma c’è un elemento di preoccupazione, visto che la maggior parte del Kentucky utilizzato da Mst proviene da circa 150 aziende agricole italiane: la decisione dell’Ue di sospendere gli aiuti ai coltivatori a partire dal 2010. Mst ha iniziato una discussione col ministero dell’Agricoltura, per mettere a punto una sistema alternativo di sovvenzioni.

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