Tossici, più cure a domicilio

In Lombardia si preferisce già ora l’impiego di nuove molecole che sono fornite al 64 per cento dei pazienti

Sono quasi 26mila i cittadini lombardi che nel 2006 si sono rivolti ai 71 Servizi per la tossicodipendenza (Ser.T) attivi nella Regione. Il dato emerge dalla Relazione annuale antidroga 2007 del ministero dell'Interno e riguarda soprattutto i maschi e gli over 40 anni. Sempre secondo il Rapporto, nel 2006 i nuovi soggetti presi in carico dai Ser.T lombardi sono stati 6.974 e tra questi 18 minori di 15 anni (9 maschi e 9 femmine). 18.800 invece i pazienti già in carico nello stesso anno: anche in questo caso soprattutto maschi e over 40, seguiti dalla fascia di età compresa tra i 35 e i 39 anni e 12 minori di 15 anni, di cui 7 maschi e 5 femmine. Nel dramma della droga e di queste cifre arriva però una buona notizia: da oggi l'affido terapeutico (l'autogestione da parte del paziente riguardo il farmaco da usare per la terapia, consegnato dal personale sanitario dei Ser.T, in una quantità sufficiente, per un certo periodo di tempo - attualmente 30 giorni), diventa una pratica più agevole. Questo grazie alla disponibilità di un nuovo composto: un'associazione fissa a base di buprenorfina e naloxone (già disponibile sul mercato italiano) in forma di compresse sublinguali le cui caratteristiche contrastano la possibilità di un uso improprio, rendendo questa modalità terapeutica più sicura e praticabile.
In Lombardia, vi è un largo consenso da parte del personale sanitario addetto ai Ser.T. verso l'affido terapeutico. Indicazioni in merito arrivano da un'indagine condotta da GfK Eurisko su 186 Ser.T. italiani: un primo dato evidenzia che già ora in Lombardia i farmaci sono affidati in media al 64 per cento circa dei pazienti, seppur per periodi relativamente brevi.
Quanto alle altre regioni vi è disomogeneità: alcune affidano di più (Sicilia, Emilia Romagna e Sardegna), altre meno (Marche, Umbria, Campania e Lazio). Va detto che questa scelta, fino ad oggi, è stata spesso condizionata anche dal timore che i farmaci consegnati in affido avrebbero potuto alimentare il mercato clandestino o essere oggetto di uso non corretto.


«L'associazione buprenorfina e nolaxone offre un vantaggio decisivo: la sua formulazione ne disincentiva l'uso improprio endovenoso», afferma Lorenzo Somaini, dell'Asl 12 Piemonte, servizio tossicodipendenza Ser.T. 2 Cossato (BI). La cura con buprenorfina determina inoltre un considerevole risparmio annuo per il Servizo Sanitario nazionale.

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