Roberto Bonizzi
Cartolina da Palermo. Da bomber a bomber. «Luca Toni può essere la vera sorpresa di questo mondiale. Lho seguito per due stagioni a Palermo e mi sono reso conto di quanto sia migliorato, i suoi progressi sono stati enormi. Mi piacerebbe che fosse lui lo Schillaci del 2006». Firmato proprio Totò Schillaci. Occhi spalancati, muscoli guizzanti, luomo giusto sempre al posto giusto: capocannoniere con sei gol in sette partite del mondiale 90. Quello italiano delle «Notti magiche», della Napoli fatale nella semifinale contro lArgentina, con il San Paolo per Maradona, il gol di Caniggia e lo strepitoso Goicoechea ai rigori.
«Sedici anni fa - racconta Schillaci - avemmo la fortuna di giocare in casa: eravamo favoriti e avvantaggiati al tempo stesso. Avevamo dalla nostra il pubblico, il fattore campo, ma purtroppo non bastò. La mia esperienza dice che le prime partite sono importanti, per questo bisogna partire con il piede giusto e non sottovalutare il Ghana». Perché, proprio a Italia 90, cè quel precedente che serve da monito: «Soprattutto nelle prime partite - continua lex attaccante azzurro - le squadre africane possono creare seri grattacapi. Ricordate il Camerun che sconfisse lArgentina di Diego Maradona nella partita inaugurale di quel mondiale con una rete di Oman Biyk? Personalmente credo molto nella nazionale italiana: il ct può contare su giocatori forti ed esperti».
Fiducia in Marcello Lippi e nel suo numero nove, Luca Toni. Lattaccante della Fiorentina conta i minuti in attesa del calcio dinizio di Italia-Ghana: «Ieri - confida - ho visto i primi minuti della partita della Germania. Mamma mia che brividi... Finalmente ci siamo, non vedo lora di cominciare. Voglio dare il massimo in questo mondiale, perché il prossimo mica lo gioco». Toni si dice «disposto a tutto pur di andare lontano nella manifestazione. Altro che tagliarmi i capelli, come ha promesso Lippi. Io posso persino a rimanere a secco nel tabellino dei marcatori». Ma la nazionale, nellavvicinamento alla coppa del mondo, ha dimostrato di non poter fare a meno dellapporto del lungo originario di Pavullo di Frignano. Anche se il test di Duisburg ha suggerito che forse potrebbe partire dallinizio Vincenzo Iaquinta. Il numero nove si affida a un banale: «Decide il mister». Poi sfodera tutta la sua voglia: «Tanto se non gioco quando entro do il 110 per cento e provo a metterlo in difficoltà, Lippi. La sua bravura in questi due anni è stata di aver portato qui non 23 giocatori, ma una squadra».
In casa azzurra il sogno è di conquistare nuovamente la copertina dellalbum mondiale. Dopo gli occhioni di Schillaci, la mano aperta vicina allorecchio. La griffe di Toni dopo ogni rete segnata, un gesto pensato a cena in trattoria, a Palermo, con il vecchio capitano Corini. «Lo inventai per gioco - racconta il viola - il giorno dopo segnai un gol e lo usai come esultanza. Da lì non lho più cambiato, ma, si sa, noi giocatori siamo un po scaramantici.
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