Il Totogol si affida al Jackpot

Il prossimo week-end in palio un milione di euro

Disastroso calo dei concorsi pronostici. I ribassi riguardano i concorsi del sabato che non hanno retto il confronto con il sabato precedente: il Totocalcio ha incassato 792milioni rispetto ai 2 miliardi e rotti di quello precedente (-61,24%), mentre Totogol e Il9 hanno perso «solo» il 48% a testa. Il regresso era prevedibile per la presenza, nel sabato pre-pasquale, di tutti gli incontri di Serie, ma è andato al di là di ogni più pessimistica previsione. Basti pensare (dati Agicos) che la mitica schedina ha ceduto il 19% anche nei confronti dell’ultimo concorso del sabato dedicato alla B. Male anche i concorsi della domenica con la sola eccezione del Totogol che nel prossimo fine settimana dovrebbe registrare una impennata potendo contare su un jackpot di quasi un milione. Quinto calo consecutivo nel week-end anche per la Tris (- 1,74%) nonostante il primo appuntamento con l’ippica internazionale. Diciamola tutta: i concorsi pronostici, così come sono congegnati, si avviano verso una fine inesorabile. Più facile e coinvolgente giocare una scommessa a quota fissa: un’altra filosofia, rivelatasi vincente.
I concorsi vanno avanti per passa parola: nessuno ne parla, a parte Alfredo Provenzali che alla fine di «Tutto il calcio minuto per minuto» continua a mettere in fila i 14 segni. Il Coni è fuori dai giochi dal momento in cui ha passato la mano ad Aams che di suo ha fatto poco o nulla per far riprendere quota alle schedine: ne è riprova il pasticcio di inizio anno con i pochi clienti affezionati all’1X2 che non sapevano dove andare a giocare la schedina: si è voluto a tutti i costi tirare una riga sul passato con i risultati che sono agli occhi di tutti. Il calcio si disinteressa della situazione perché non ricava più un euro dalle schedine. E il gioco online, appena decollato, resta appannaggio dei pochi che ne sono venuti a conoscenza.
Eppure il calcio, con i suoi campioni e il suo fascino, è così vincente sul piano pubblicitario che accompagna moltissime campagne promozionali. Vale quindi la pena di tentare qualcosa per riportare alla vita la mitica schedina che per mezzo secolo ha fatto vibrare i cuori di milioni di italiani. Ma non c’è strategia che tenga, se i concorsi pronostici non tornano al calcio portando risorse alle serie inferiori e ai settori giovanili, non certo alla Serie A, che già incassa una cifra colossale dai diritti televisivi (ieri 750 milioni, domani un miliardo). È l’unico modo per dare una svolta al Totocalcio.

Lanciamo l’idea al nuovo governo. E non ci vengano a dire che l’ostacolo è rappresentato dalla suddivisione dei proventi. L’importante è crederci. Ai presidenti di C e Dilettanti, Macalli e Tavecchio, la prossima mossa.

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