Il sogno è arrivare in finale, che nel 2009 sarà allo stadio Olimpico. «Magari contro il Liverpool per la rivincita o contro il Manchester per cancellare quel 7-1», dice Panucci, che stasera arriverà a 99 partite nelle Coppe europee. «Daremo qualcosina in più per conquistarla, ma dobbiamo vivere alla giornata, ci sono squadre fortissime», il messaggio di Totti.
La realtà parla invece di un cammino lungo e insidioso, a cominciare dal misterioso Cluj avversario di stasera. Erano 13 anni che un campionato della Roma non partiva così male, la Champions diventa dunque il palcoscenico del riscatto. Ci sarà anche il numero dieci giallorosso, al rientro dopo lapparizione in Supercoppa. «Sento ancora un po di fastidio al ginocchio, sono al 70 per cento, ma ci sarò, deciderà il mister se dallinizio o a partita in corso». Totti cerca di spiegare questa partenza difficile dei giallorossi. «Siamo un po in rodaggio, ma penso che faremo un grande campionato e una grande Champions. Palermo? Difficile giudicare da fuori, forse cè stata un po di superficialità. Siamo entrati in campo pensando che tutto fosse facile».
Totti dà un giudizio anche sui nuovi arrivati. «Li ho visti bene anche perchè sono giocatori di grande spessore, che a noi servivano per fare il salto di qualità. Si integreranno presto con il gruppo». Una battuta su De Rossi, diventato un punto fermo anche in Nazionale e recuperato a tempo di record (potrebbe essere titolare). «Per Daniele non ci sono più aggettivi, migliora di giorno in giorno, non mi sono stupito dei suoi bei gol».
Avere Totti e De Rossi in campo sarebbe un grosso vantaggio per Spalletti, che continua a respingere lalibi delle assenze, oltre che la tesi sul nervosismo dei calciatori e dellambiente. «Non sono preoccupato, so quello che devo fare», dice il tecnico di Certaldo. Il processo alla squadra è iniziato troppo velocemente. E serve tempo, sottolinea Spalletti, per linserimento dei nuovi acquisti. «Se avessimo segnato il rigore, avremmo vinto la Supercoppa. Se avessimo raddoppiato con il Napoli, avremmo vinto. Quello che i nostri calciatori devono sapere è che questi alti e bassi ci stanno. Devono avere fiducia nelle loro potenzialità, che sono molte». Messaggio che cerca di risollevare il morale del gruppo. Anche se lui stesso appare più dimesso del solito. «Qui a Roma sto benissimo - toglie i cattivi pensieri Spalletti -. Al di là di situazioni come questa, darò sempre il massimo e tutto me stesso. Come ho fatto domenica, quando sono venuto a Trigoria a studiarmi il Cluj per dare il mio contributo alla squadra».
Frasi sibilline, Spalletti vuole però attestare lunità della squadra. «È ovvio che quando si vince cè più allegria: ma il gruppo è unito come e più di prima - conferma Aquilani -.
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