Marcello Di Dio
nostro inviato ad Atene
Francesco Totti è in un angolo dello stadio Karaiskaki di Atene. Lavoro differenziato per lui dopo le fatiche sul terreno inzuppato di pioggia a Reggio Calabria. Allimprovviso il capitano giallorosso interrompe lallenamento per sottoporsi a massaggi: risentimento ai flessori della coscia destra, non così grave però da impedirgli di essere in campo stasera. «Darà quello che può», assicura lamico De Rossi che in questo stadio ha perso loro olimpico. Totti, uscito precauzionalmente, non vuole rinunciare alla sfida diretta con Rivaldo, ma soprattutto vuole dare il suo contributo a una Roma sempre più incerottata e in emergenza continua. Lultimo ad affollare linfermeria è Ferrari. Guai allinguine per il difensore centrale, che dovrebbe dare forfeit, con Spalletti che quasi certamente ridisegnerà ancora una volta lundici di partenza. Dove troverà spazio il ventenne Ricardo Faty, il cui fratello Jacques (di due anni più grande) potrebbe presto vestire la maglia della Juventus. Con questi presupposti, anche il pareggio (la Roma è abbonata allo 0-0 in Grecia, tre in altrettante sfide) potrebbe tornare comodo. Anche se il tecnico giallorosso dice che non farà barricate.
Il fuori programma nellimpianto a due passi dal Pireo stava per far saltare uno dei motivi di interesse della sfida: il faccia a faccia Rivaldo-Totti. Quasi unultima spiaggia per i greci, devastanti in campionato ma disastrosi in Champions. LOlympiakos - che sui giornali greci ha letto gli interessanti consigli del tecnico della Reggina Mazzarri che ha appena battuto i giallorossi - dovrà affidarsi ai gol di Castillo e Konstantinou, ma anche alla classe di Rivaldo. I tempi del Milan sono lontani («Ho avuto lonore di giocare in uno dei campionati più importanti, ma non ero io», disse tempo fa il brasiliano dellesperienza rossonera conclusa in maniera signorile dopo qualche screzio di troppo), oggi lex Pallone dOro è un idolo dei tifosi greci. Che a ogni punizione o calcio dangolo urlano a gran voce il suo nome. «Ho un altro anno di contratto qui ad Atene, poi si vedrà», confessa il fantasista 34enne, quasi al capolinea della sua onorata carriera. Stasera un nuovo confronto con Totti, già due gol allattivo nella Champions di questanno: il romanista ricorda bene quello del febbraio 2002, quando la Roma schiantò il Barcellona e Rivaldo, ma anche la finale di Coppa Italia del maggio 2003 (vinta dal Milan e dal brasiliano, che pochi giorni prima avevano messo le mani sulla Champions). A San Siro i due gol del giallorosso non bastarono a ribaltare l1-4 dellandata, anche perché Rivaldo ci mise lo zampino. «Il brasiliano è il numero uno al mondo, quel sombrero (il pallonetto così ribattezzato dal pubblico blaugrana, ndr) sembra finto tanto è bello», ebbe a dire qualche tempo fa Totti di Rivaldo. «Presto Francesco tornerà a fare il cucchiaio che tanto ci piace», sembra quasi rispondere De Rossi, che nella nazionale sempre più lontana da Totti («non ci sarò nemmeno a marzo contro la Scozia», la recente ammissione del capitano della Roma) ha ereditato il numero dieci. «Lho visto in crescita dal punto di vista della combattività dice Spalletti -. A Francesco non devo dire niente perché ha a cuore la Roma.
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