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Il Tour calpesta Armstrong: «Ci ha stancato»

L’attacco di Leblanc. Basso il favorito, ma niente Giro

Pier Augusto Stagi

Veloci i francesi. Velocissimi a presentare la nuova edizione del Tour de France, ma altrettanto solerti a rimuovere la figura ingombrante di Lance Armstrong. Non ci ha pensato due volte Jean-Marie Leblanc - il gran patron della corsa francese - a sistemare per benino il campione texano, accusato lo scorso 23 agosto da L'Équipe di aver fatto uso di Epo nell'edizione del Tour'99. «Senza dubbio, quello che abbiamo imparato è che ci siamo stancati di lui - ha detto senza mezzi termini Leblanc -. Nel'99 non è stato irreprensibile: l'Epo è una sostanza dopante. È bene ricordarlo». E Leblanc l'ha ricordato, senza menzionare però che l'esame eseguito presso i laboratori parigini di Chatenay Malabry non era un esame antidoping, ma un test di laboratorio fatto su un campione di urina congelato e analizzato a quattro anni di distanza, e che sarebbe dovuto servire solo per fini scientifici rispettandone la più assoluta riservatezza. Non meno tenero Christian Prudhomme, nuovo direttore della corsa francese. «La cosa peggiore che può esserci nello sport è il sospetto. Non potremo mai eliminare il doping, ma il sospetto sì», ha detto.
Archiviata la pratica Armstrong, con uno stile pari allo zero, ecco il nuovo Tour. Si parte il 1° luglio, si arriva il 23 dello stesso mese a Parigi. Con sconfinamenti in Lussemburgo, Olanda, Belgio e Spagna. Un Tour da scalatori, se è vero che lungo i 3.639 km ci saranno ben 18 salite. Dopo la partenza da Strasburgo la carovana si dirigerà verso il Lussemburgo e poi verso l'Olanda dove la terza tappa si concluderà sul Cauberg, traguardo finale della Amstel Gold Race. Un Tour per scalatori, se è vero che lungo i 3.639 km che i corridori dovranno percorrere ci saranno ben 18 salite. Decisiva la terza settimana, con l'Alpe d'Huez il 18 luglio e l'arrivo allo ski resort di La Toussuire il giorno seguente. Capitolo cronometro. Prologo di 7 km, poi due prove contro il tempo di 52 e 56 km. Niente cronosquadre. «È un Tour per ciclisti forti a cronometro come Ullrich - dice invece furbescamente Ivan Basso per caricare di responsabilità il tedesco -. Anche se non ci sono tante montagne come negli ultimi anni, soprattutto sui Pirenei, non è un problema per me perché sono migliorato molto a cronometro», aggiunge il varesino per molti il vero favorito.

Basso, ieri a Parigi, ha infatti confermato di puntare il prossimo anno solo sulla corsa francese e di saltare quindi il Giro d'Italia.

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