Tozzi sbugiardato In Parlamento gli insulti a Ruini

Tozzi sbugiardato In Parlamento gli  insulti a Ruini

da Roma
Ha ragione Mario Tozzi, il geologo di Gaia: discettando di «rifiuti tossici» dai microfoni di Radio Radio ed eleggendo rappresentante della «categoria» il cardinale Camillo Ruini, non ha pronunciato le frasi riportate dal Giornale su cui indaga la Procura di Roma allertata da un esposto del generale Antonino Torre, veterano dell’Esercito, che proprio ieri ha ricevuto un messaggio autografo dal presidente della Cei. Tozzi, conduttore della trasmissione scientifica in onda su Raitre e ricercatore del Cnr, ha detto molto di più. Di peggio, se possibile. E da ieri la performance radiofonica, che lui s’era affrettato a smentire, è agli atti del Parlamento oltreché nella cancelleria di piazzale Clodio.
Il ministro Carlo Giovanardi, infatti, rispondendo a un’interpellanza di Luca Volonté e altri 9 deputati Udc, gli ha trasmesso la trascrizione dello show. Specificando che se Tozzi «ha smentito categoricamente con una lettera al Giornale d’aver pronunciato le parole che gli sono state attribuite», «dalla sbobinatura dell’intervento risultano invece confermate tali affermazioni, se possibile ancor più gravi e offensive di quanto da più parti segnalato». Frasi «oltraggiose e minacciose nei confronti della religione cattolica e dei suoi rappresentanti». E che - aveva detto Giovanardi in Aula - «se pronunciate verso un rabbino o un imam musulmano», avrebbero scatenato «una sollevazione popolare». Basterà a indorare la pillola il premio Scrivere la scienza che Tozzi riceverà dopodomani da un nutrito parterre fra cui la presidenza della Regione Puglia?
Torniamo allo show radiofonico. Tozzi esordisce: «Parliamo di rifiuti speciali (...) quelli tossici, quelli che intossicano, quelli nocivi (...) ci sono pure a Città del Vaticano». Siamo in pieno dibattito sulle coppie di fatto. La posizione della Cei, per il geologo, è «un’intossicazione della vita sociale», produce «tossine», e «ci tocca sciropparci Ruini, quella specie di prugna secca... Penso si possa dire prugna secca, non lo so...». Il conduttore prova ad arginarlo, lui insiste: «Voglio finire di dire... queste tossine... questi rifiuti sparsi nel nostro Paese andrebbero eliminati, portati via, spazzati via...». Come? «Non si riescono a eliminare per via tradizionale, guarda che, a proposito di rifiuti, appunto sempre parlando sotto metafora s’intende, a Napoli c’è qualcuno che fa sparire tutto per 500 euro...».
Un ascoltatore protesta: «Più tossico di Mario Tozzi dove lo potevate trovare...», e giù con commenti coloriti. Il geologo ironizza: «Che succede, è il tasso alcolico di prima mattina! Ascoltatore mio, come stai, non ti preoccupare io bado alla mia salute, lei badi alla sua perché mi sembra in pericolo». Un altro invece solidarizza con Tozzi, che gongola: «Zombi mattutini, esatto, perché gli ho toccato prugna secca...». Un terzo ascoltatore ha la «sventura» di nominare monsignor Tommaso Stenico. Alla parola «monsignore» Tozzi inorridisce: «Ah!... aspetta che tocco l’aglio!». E ancora: il Vaticano dovrebbe andare «duemila anni a Cracovia», le chiese «buttiamole giù, con la ruspa, con le pale, con la dinamite, con il fuoco...». Altro ascoltatore: «Mi sento disturbato» dice, contestando Tozzi che sbotta: «Lei si limiti a riflettere, mi pare che non ci riesce». Nuova telefonata, il conduttore saluta monsignor Stenico. Il geologo dà il meglio di sé: «Ancora Tommaso, fuori da questo Paese... prugna secca parlasse nelle chiese, stesse duemila anni a Cracovia (...) Tommaso non ne posso più, sgombrate il campo, voi intossicate il Paese, basta! (...) La gran puttana descritta da Dante te la ricordi? Sempre la stessa chiesa era...».

La conversazione va avanti, Tozzi a inveire e l’interlocutore, senza scomporsi, ad argomentare. Sarà per questo che lo scienziato, nel bel mezzo della discussione, ha lasciato gli studi. Forse un impegno improvviso.
Claudia Passa

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