Tps, un «alieno» tra mail e discorsi preconfezionati

Tps, un «alieno» tra mail e discorsi preconfezionati

da Roma

Tommaso Padoa-Schioppa ha un rapporto distaccato con la Politica. Talmente distaccato che durante l’ultimo dibattito sulla legge finanziaria (sulla «sua» legge finanziaria), si annoia. E per passare il tempo ricade nel vizio di quest’estate: manda mail dal palmare che ha sul banco del governo a Montecitorio.
Nei corridoi del Palazzo già si conosce il tono dell’intervento del capo dello Stato, l’argomento delle sue critiche. Il ministro dell’Economia, al termine del dibattito e della richiesta del terzo voto di fiducia sulla manovra, però, legge un discorso preparato da qualche sherpa del ministero. Un discorso «freddo», lontano dalla realtà.
Il Parlamento si spacca sulla norma delle prescrizioni, e il ministro cosa dice? «La manovra è migliorata dopo il passaggio parlamentare». Con un particolare: le uniche modifiche sono state quelle contenute nei maxi emendamenti presentati dal governo. Nella sostanza i maxi emendamenti sono stati veicoli attraverso i quali Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia hanno «corretto» la Finanziaria. Il «passaggio parlamentare» a cui allude Padoa-Schioppa, in realtà, ha soltanto certificato le correzioni del testo originario del governo.
Per queste ragioni, Antonio Leone (vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera) ritiene «i ringraziamenti di Padoa-Schioppa una beffa per il Parlamento». Soprattutto quando dice che questo «deve continuare ad avere un ruolo attivo». «Per la prima volta nella storia della Repubblica - ricorda il parlamentare - le commissioni Bilancio di Camera e Senato non hanno potuto terminare l’esame della manovra. Per il ministro è proprio una giornata sfortunata». E Napolitano doveva ancora parlare.


A dimostrazione di come il ministro sia «lontano» dalla Politica, nella sua replica a Montecitorio Padoa-Schioppa osserva che «la legge finanziaria corrisponde in maniera fedele all’impostazione del Dpef». In quel documento, però, erano previste le riforme della Sanità, delle pensioni, del pubblico impiego, degli enti locali. Nessuna di queste è presente nei 1364 commi della manovra.

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