Tracollo in Piazza Affari Alitalia perde il 26%

Ma la discesa del titolo si ferma a 39 centesimi contro i 10 proposti da Air France. Giù anche il gruppo parigino

da Milano

La notizia non è che il titolo Alitalia ieri in Borsa abbia perso il 26% del suo valore, scendendo da 56 a 39 centesimi. La vera notizia è che sia sceso così poco. Il riferimento di valore, infatti, sono quei 10 centesimi contenuti nell’offerta di scambio proposta da Air France-Klm. Tutti si aspettavano che il titolo si allineasse a quel prezzo. Ma gli interrogativi non sono di ieri, risalgono almeno a dicembre. L’offerta non vincolante di Air France allora fu indicata, con indiscrezioni mai smentite, in 35 centesimi; nelle ultime settimane, altre indiscrezioni avevano fatto scendere il livello a 22. Sabato notte la doccia fredda: 10 centesimi. Ma il valore di Borsa è rimasto costantemente superiore a tutti i prezzi d’offerta indicati. Il dato sulla capitalizzazione rende meglio l’idea: ieri Piazza Affari ha valutato Alitalia 540 milioni di euro, quando Air France è pronta a pagarla non più di 138. Misteri.
Sul mercato sono stati scambiati 44,5 milioni di azioni, pari al 3,2% del capitale, sette volte la medie dell’ultimo mese. Il prezzo ha avuto oscillazioni tra un minimo di 33 e un massimo di 42 centesimi. Per buona parte della seduta il titolo è rimasto sospeso per eccesso di ribasso, con prezzi teorici. A Parigi, intanto anche l’acquirente Air France viaggiava in ribasso, spinta dai venti contrari che hanno investito tutti i mercati: a fine seduta ha perso il 4,38%, a 15,3 euro.
Ma perché - è il quesito ricorrente - il titolo di Alitalia vale più di quanto annunciato dall’offerta? Una risposta netta non c’è. Nelle ultime settimane molti possono aver puntato su una reazione a sorpresa, per esempio un’Opa di un altro operatore, Air One in primis. La cosa curiosa è che non risulta che ci sia un forte scoperto su Alitalia: non si trovano titoli in prestito sul mercato, fatto che impedisce le manovre ribassiste. I piccoli investitori sono già usciti da un pezzo. I titoli della compagnia oggi sono in mano soprattutto a fondi e investitori istituzionali. Molti di questi hanno proprie esigenze di bilancio: vendere adesso significherebbe dover rendere esplicite forti minusvalenze, che nel medio-lungo periodo potrebbero essere limate.
Gli ottimisti, infatti, si aspettano che i piani di salvataggio di Alitalia possano andare a buon fine, e che nel tempo i titoli possano riacquistare un valore. La società, ricordiamo, sarà oggetto di un aumento di capitale, aperto a tutti e garantito da Air France. La variabile principale è legata al fatto che l’Alitalia di oggi rimanga o no quotata a Milano; fatto che dipenderà da quanti titoli raccoglierà sul mercato l’offerente parigino.

È più probabile che possa rivalutarsi il titolo se resterà quotato: in questo caso l’effetto del rilancio di Alitalia sarebbe diretto, mentre gli stessi risultati industriali, nel valore della holding si ritroverebbero diluiti.
Secondo gli operatori, comunque, il titolo Alitalia è destinato a scendere ancora. Del resto, come precisato da Alitalia, il lancio dell’Opas potrebbe avvenire non prima di giugno.

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