Il tradizionale omaggio alla statua dell’Immacolata

(...) Il Pontefice rivolgendosi alla «madre del Principe della pace», dice: «Il mondo ripudi la violenza per la civiltà dell’amore». Ricorda «gli indifesi, gli emarginati e gli esclusi, le vittime di una società che troppo spesso sacrifica l’uomo ad altri scopi e interessi». Officia la celebrazione, mentre la folla si accalca nella piazza, ascolta e applaude commossa. C’è chi scatta foto, chi tenta di riprendere la Messa con la telecamera. Ci sono gruppi da ogni dove. Arrivati in pullman dai dintorni della Capitale, ma anche da Loreto, Padova e San Giovanni Rotondo. Ci sono gli scout, i collegiali del San Giuseppe de Merode, i dipendenti dell’Atac, altri cortei dei lavoratori, la Fondazione di Don Gnocchi, la fanfara degli Alpini. Trabocca di fiori anche il balcone dell’ambasciata di Spagna. Ad attendere il Papa c’è anche il presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, con la madre Angela, la moglie Roberta e la figlia Benedetta, nata da poco. «Ha il mio stesso nome», le dice accarezzandola Papa Ratzinger che aveva ricevuto Gasbarra quando Roberta era ancora incinta. «È il vostro dono divino» ha chiosato il Pontefice prima di benedire la piccola. Imponente il dispiegamento di forze per garantire la sicurezza del successore di Pietro: almeno 200 uomini tra polizia e carabinieri, oltre agli agenti in borghese e alla security interna al Vaticano. Benedetto XVI saluta e benedice la folla, ventimila le persone strette attorno al cuore del tridente. Quindi, si avvia verso Santa Maria Maggiore passando per via dei Due Macelli. Intorno alle sei vengono tolte le transenne. «È stata una grande emozione - dice Monia, 32 anni, impiegata d’una società di servizi - l’attesa ne è valsa la pena. Adesso farò un po’ di shopping, i primi regali di Natale». Il centro illuminato a festa, accoglie la fiumana di gente che lentamente lascia la piazza. «Scorrete, scorrete - dicono i vigili e gli uomini della protezione civile dai megafoni - non vi fermate». La stazione metro di piazza di Spagna è stata chiusa dalle dodici per evitare la paralisi.

Tra via del Corso a via del Tritone, fino a piazza del Popolo passando per il reticolo di via della Croce, via Belsiana e via Frattina, ogni angolo di strada è colmo. I parcheggi esauriti, i negozi pieni di gente. «Magari fosse tutti i giorni così», dice una commessa.

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