Enrico Lagattolla
Si chiude il cerchio sui crimini «in divisa». Dopo i recenti arresti di otto poliziotti e altrettanti carabinieri, altri tre agenti di polizia, ieri, sono finiti in manette. M.T., A.P., A.R., le iniziali dei nomi. Due uomini dellufficio scorte, uno della divisione personale. Laccusa è di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Lipotesi degli inquirenti è che abbiano collaborato con una piccola banda di narcotrafficanti. Tre romeni e altrettanti italiani, finiti in carcere qualche settimana fa dopo essere stati sorpresi dalle forze dellordine a spacciare cocaina a Milano, e autori - tra laltro - di alcuni furti nelle ville del Comasco.
Gli arresti di ieri erano nellaria ormai da tempo. Prima, il trasferimento ad altri incarichi dei tre indagati nella caserma di SantAmbrogio, in occasione dellapertura delle indagini da parte della Procura di Milano. Poi, la sospensione. Scattata quindici giorni fa, dopo che altri agenti del Primo turno della Squadra Volanti erano finiti in carcere con laccusa di associazione per delinquere, furto, perquisizioni abusive, peculato e falso ideologico. Tutti gli arrestati, in quel caso, erano stati bloccati nei luoghi di lavoro in cui erano stati trasferiti a partire dallottobre scorso (Torino, Alessandria, Aosta, Bardonecchia, Novara e Vicenza), dopo lavvio nel 2003 di uninchiesta nei loro confronti da parte della squadra mobile di Como. «Una giornata amara», laveva definita il questore Paolo Scarpis. «Ma - aveva aggiunto - se i fatti contestati troveranno riscontro in sede di magistratura, chi ha sbagliato dovrà pagare».
E la storia si è ripetuta, con londa lunga di quella stessa indagine. Attraverso le ultime perquisizioni (nellabitazione di uno degli indagati, ad esempio, sono state trovate delle cartucce non dichiarate), e il «blitz» finale. Due sono stati arrestati mentre si trovavano in casa. Il terzo, assente al momento delloperazione, con una telefonata al cellulare è stato «invitato» a presentarsi in Questura. E lì sono scattate le manette.
Con le misure di custodia cautelare disposte dal giudice per le indagini preliminari Antonella Brambilla, arriva a conclusione linchiesta coordinata dal pubblico ministero Lucilla Tontodonati. Che già in occasione degli arresti dello scorso 24 gennaio aveva chiesto lapplicazione di misure restrittive anche per i tre agenti dellufficio scorte. Ma il gip, in quelloccasione, aveva ritenuto che non ci fossero elementi sufficienti a giustificare gli arresti.
È servito un supplemento di indagine, fatto di perquisizioni, testimonianze incrociate e ulteriori intercettazioni telefoniche. Pochi giorni, per incastrare gli ultimi elementi della banda. Che, ora, attendono di affrontare il primo interrogatorio di garanzia in una cella del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.
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