La tragedia e il miracolo nella tragedia. Circa 600 persone sono morte e diecimila sono rimaste ferite in Cina, nella provincia del Qinghai, colpita da un potente terremoto di magnitudo 7.1 Richter. Novecento sono state estratte vive, ma molte altre sono ancora sepolte sotto le macerie a Jiegu, una città di circa centomila abitanti nella Prefettura autonoma tibetana di Yushu, dove il sisma ha colpito alle 7:49 della mattina (la Cina è sei ore avanti allItalia). «Vedo feriti dappertutto, alcuni sanguinano», ha dichiarato il funzionario locale Zhuohuaxia allagenzia Nuova Cina. «Tra le vittime ci sono molti bambini delle scuole elementari che, quando si è verificato il sisma, erano da poco entrati nelle aule».
Il sisma ha provocato il crollo dell85 per cento degli edifici di Jiegu, fatti in gran parte di terra e legno. Le comunicazioni con la regione colpita, che si trova a 4.000 metri di altezza non lontano dei confini con la Regione Autonoma del Tibet, sono state interrotte per alcune ore prima di essere ripristinate dall esercito. Circa 700 soldati, aiutati dai volontari locali, stanno scavando sotto le macerie, spesso con le mani o con attrezzi di fortuna, per estrarre dalle macerie le persone ancora vive.
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