La tragedia degli ebrei vista da Lizzani è fedele con qualche anacronismo

Vae victis! Hotel Meina di Carlo Lizzani ricostruisce come la discriminazione per gli ebrei da parte del Regno d’Italia sfociò nella loro eliminazione da parte del Reich tedesco, quando - nel settembre 1943, a Repubblica Sociale non ancora costituita - gli occupanti applicarono in Italia i metodi letali praticati nei quattro anni in Polonia e nei due in Urss. Gli ebrei vennero dunque uccisi, non deportati, come sarà in seguito. In attesa - nel film di Lizzani, tratto dal saggio di Marco Nozza - vediamo le Ss tenerli prigionieri sul Lago Maggiore, dove villeggiavano per l’estate o sfollavano per le bombe angloamericane. Partigiani in azione anzitempo, libri in edizione posteriore all’epoca dei fatti, infissi anni '90, ecc.

sono anacronismi scusabili; inclusa l’apertura della frontiera svizzera ai profughi italiani è fedele. D’imperdonabile c’è solo il capo tedesco ridotto a satiro.
HOTEL MEINA di Carlo Lizzani (Italia/Germania/Serbia 2007), con Benjamin Sadler, Ursula Buschhorn. 110 minuti

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