Un popolo in crisi dastinenza: da Cogne. Chi è il colpevole? La mamma, il vicino cattivo, il mostro passato da lì per caso?
Il noir si trasforma in reality show, Grande fratello in versione granguignolesca, ha bisogno sempre di nuovi protagonisti. Volti nuovi, tv docet. Ed ecco così piombare nelle case nazionali Garlasco, il giallo per eccellenza. Un pocome la partita della domenica, da non perdere. Puntuale, preciso nelle sue fosche tinte, appassionante per i «turisti dellorrido». Non cè solo unItalia fatta di pallonari allenatori che «lo so io quale formazione bisogna mandare in campo». Cè unItalia di «signore Fletcher», perfetto mix fra un Maigret dantan e i protagonisti di Csi, cui magari aggiungere un pizzico di esoterismo. Vedi «maghe del lago», medium e veggenti varie. Cè tutto questo nelle decine di telefonate (circa 200 in pochi giorni), nelle lettere anonime e nelle e-mail con tanto di dotte disamine che i carabinieri di Pavia - impegnati a dare un senso a un delitto che apparentemente non ne ha - ricevono quotidianamente.
I centralinisti rispondono. Gli epigoni di Sherlok Holmes chiedono del comandante, offrono loro la soluzione del mistero, o perlomeno la traccia su cui lavorare. Storie fantasiose, senza alibi e prove. «Per me - sostiene un tale nemmeno anonimo - il colpevole è Stasi... Si è innamorato di una delle cugine e ha assoldato un killer straniero per uccidere la fidanzata». Cè il mercenario venuto da lontano, orfano dei massacri della Bosnia-Erzegovina, che si presenta alla porta di Chiara per saldare il conto di chissà quale promessa. Colpisce e scappa nel nulla così come è arrivato. Ci sono le lettere xenofobe di chi vede nel solito zingaro o albanese la soluzione di qualsiasi giallo. Cè chi cerca lassassino nellautobus che ogni mattina va da Garlasco a Milano. Il pendolare ossessionato dagli occhi di Chiara. Qualcun altro punta lindice contro un fantomatico «mostro arrivato nel buio a Garlasco e sparito subito dopo il delitto». Non mancano poi le teorie sui più strampalati intrighi professional-amorosi. «Cercate tra i colleghi dufficio».
I carabinieri, non si capisce se sconsolati o solo gentili ammettono: «Per la verità qualche messaggio viene tenuto in considerazione». Il mondo di Chiara, così normale, quasi banale, come in un fumetto di Dylan Dog, apre le porte dellorrore. Il lato più oscuro di questa storia resta il movente. Quasi impossibile da immaginare. Uno scrittore noir e metropolitano come Marcello Fois, il padre letterario del commissario Curreli, crede che il delitto sia collettivo, «un caso che coinvolge più persone, un omicidio preterintenzionale che si è poi cercato di coprire».
Sospetti, teorie e congetture. Alimentati anche dal silenzio di chi indaga sul serio. «Le notizie che lasciamo trapelare spesso sono marginali - spiega un funzionario della polizia scientifica - al massimo possono servire a far commettere un passo falso al colpevole». La realtà è più banale e meno scenografica.
E forse noi facciamo finta di non capirlo. Anche i reality puzzano di finto.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.