Lui lotta per la vita allospedale Gemelli, lei è stata portata via avvolta nel lenzuolo verde che avvolge i cadaveri. Entrambi con ferite ai polsi, il collo devastato da uninspiegabile furia. Vicino al letto, dove erano riversi i corpi, due rasoi da barbiere e un coltello a serramanico sporchi di sangue e un biglietto apparentemente scritto da entrambi.
Solo il destino ha diviso Nicolò e Loredana, che nella villetta in via dellAcqua Paola in cui convivevano, al Trionfale, in una soffocante e tragica domenica hanno inscenato un macabro rituale: un omicidio contemporaneo, o forse un omicidio (riuscito) seguito da un suicidio (forse fallito). Il tutto mentre nellappartamento sopra il loro cerano i genitori di lui. Lunico a conoscere la verità, Nicolò, impiegato in unagenzia immobiliare, lotta per quella vita che voleva lasciare assieme alla sua fidanzata. Se si salverà, lo aspetta unincriminazione per omicidio. Che potrebbe però anche dar luogo allipotesi del «suicidio assistito» e del tentato suicidio. «È un dramma familiare», garantisce Francesca Monaldi, funzionario della Squadra mobile di Roma che ieri ha lavorato ore in quella palazzina per cercare di ricostruire la mattina dei due giovani. Che non erano tossicodipendenti, perché nella villetta non sono state trovate sostanze stupefacenti. Lunica traccia, quel biglietto lasciato dai due: «Speriamo di non avervi deluso, siamo stanchi, perdonateci. Addio, lasciateci insieme, firmato Nicolò e Loredana. Eppure i due sembravano una coppia tranquilla e affiatata, erano fidanzati da almeno due anni.
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