I pm di Roma non si arrendono e tornano a chiedere al Tribunale dei Ministri l'autorizzazione per l'uso di intercettazioni che coinvolgono il premier Silvio Berlusconi. Le telefonate sono state acquisite a marzo 2010 nell'inchiesta della Procura di Trani su carte di credito revolving e riguardano presunte pressioni del presidente del Consiglio sull'Agcom perché chiudesse Annozero. Nel fascicolo il premier risulta indagato il premier per il reato di concussione e minaccia a un corpo amministrativo dello Stato. Dal marzo dello scorso anno, da quando cioè il fascicolo è stato trasmesso a Roma per competenza, è la terza volta che i pubblici ministeri Caterina Caputo e Roberto Felici, d’intesa con l’aggiunto Alberto Caperna, inviano ai giudici di via Triboniano tale richiesta.
Le motivazioni Così come avevano fatto in precedenza i magistrati di piazzale Clodio, rispondendo al Tribunale dei Ministri, hanno motivato l’utilizzabilità delle intercettazioni sostenendo, sulla base di una serie di pronunce della Cassazione, che è possibile derogare all’articolo 270 del codice di procedura penale, che vieta di usare le intercettazioni acquisite nell’ambito di un procedimento diverso.
Nel documento inviato al collegio per i reati ministeriali i pm si riservano, una volta ottenuta l’autorizzazione, di trarre le conclusioni dell’inchiesta e di di esprimere un parere sulla necessità o meno che il presidente del Consiglio finisca sotto processo. Ogni decisione finale sulla definizione del caso (ricorso alla Camera, rinvio a giudizio o archiviazione) spetterà comunque al Tribunale dei ministri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.