HerningHa una valigia piena di ricordi e la testa carica di pensieri. Michele Scarponi sorride, ma il suo sorriso è amaro. In valigia ha la scarpina di Giacomo e quella di Tommaso: i due gemelli che sua moglie Anna darà alla luce ad agosto. In valigia ha riposto anche la maglia rosa, quella che Contador ha dovuto riconsegnare in seguito alla sentenza del Tas sulla positività al Tour del 2010, e che ha annullato di fatto tutte le vittorie successive conseguite dal corridore spagnolo, ad incominciare dal Giro. Ha anche in bella mostra il "Trofeo senza fine", quello che spetta al vincitore. Ma in testa ha anche qualche brutto pensiero: quel possibile dualismo in casa Lampre che lui non aveva messo in conto. Anzi, all'inizio dell'anno i patti erano stati altri: Scarponi capitano unico. Così doveva essere. Così non sarà. Al suo fianco ci sarà un compagno forte e ingombrante come Damiano Cunego, re del Giro del 2004.
«Michele è rimasto scioccato e contrariato dalla presenza di Cunego, affronterà il Giro con rammarico», ha detto qualche giorno fa Simone Stortoni, compagno di squadra, amico e confidente di Scarponi da anni, che alla vigilia del Giro ha saputo che non avrebbe corso per far posto al Piccolo Principe.
«È normale che non abbia fatto i salti di gioia - ammette Stortoni -, ero pronto per correre un grande Giro al fianco di Michele, e invece ora me lo dovrò guardare a casa. Però accetto le scelte della squadra: sono un professionista. C'è poco da dire o da fare. Michele voleva una squadra tutta a sua disposizione, ora avrà al suo fianco un corridore di grande valore ed esperienza come Cunego».
Paura che Michele possa fare la fine di Gibo Simoni nel 2004? «Assolutamente no - prosegue Stortoni -, Michele sa che uno come Damiano può solo far comodo. Sarà un problema in più per gli altri, non per noi. Anche se forse Michele si aspettava maggior margine di manovra».
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