(...) non sono finiti: quelli che vengono trovati in possesso di oggetti pericolosi sono invitati a sbarazzarsene. Proprio così: non essendoci un servizio guardaroba, chi ha un coltellino o un paio di forbicine non può far altro che abbandonarli. Malgrado tutto, i visitatori comprendono le ragioni delle misure di sicurezza, con un po di fatalismo. Tina, 40 anni, casalinga della provincia di Alessandria spiega: «Sono a Roma con la famiglia da tre giorni e mi sembra ci siano abbastanza controlli. Allinizio cera abbastanza timore per gli allarmi terrorismo, ma non ci pensiamo». Come lei anche Cinzia e Marco, una coppia di trentenni di Catania: «Abbiamo rischiato anche andando in Grecia e Turchia, qui almeno cè più controllo». Anche le tante comitive di stranieri non paiono preoccupate. «Le transenne allingresso? Non si può controllare tutto, ma ogni misura in più è un bene - sostiene Pat, avvocatessa statunitense del Nebraska - negli Usa siamo molto sensibili al tema della sicurezza». Più preoccupata Manuela, 28 anni, impiegata di Milano: «I controlli li facevano anche a Londra, ma lì è finita come sappiamo...». I viaggiatori sembrano in ogni caso aver interiorizzato il mantra della lotta al terrorismo. Per tutti Sergio, meccanico di Vasto: «Non ci si può fermare per la paura del terrorismo.
E poi per spostarmi mi serve la metro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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