Transizione energetica

Dal gas all'idrogeno: cosa può cambiare

L'idrogeno verde si appresta a soppiantare il gas naturale nel giro di pochi anni: ecco l'idea dell'Olanda che potrebbe essere seguita anche dal mercato internazionale

Dal gas all'idrogeno: cosa può cambiare

Addio al gas naturale, benvenuto idrogeno: si può parafrasare in questo modo la decisione dell'Olanda di voler convertire 15 mila chilometri di tubazioni che attualmente trasportano la prima tipologia di gas alla transizione ecologica verso l'idrogeno, non tossico, invisibile, inodore e anche più leggero dell'aria una volta che viene prodotto.

I perché della scelta

Dopo decenni in cui esplorazioni e pompaggi hanno causato terremoti e per contenere la CO2 nell'atmosfera, l'Olanda vuole diventare ancora più green. "I Paesi Bassi avranno bisogno di idrogeno. Dovrà abbandonare il gas naturale, non c'è altro modo", ha affermato l'amministratore delegato di Gasunie, Han Fennema, durante un'intervista con la stampa locale. L'impresa, però, non è mica semplice perché l'80% del fabbisogno energetico attuale viene prodotto dai combustibili fossili. Le sue quotazioni, comunque, sembrano in ascesa tant'é che nel 2030 la produzione di H2 diventerà più competitiva anche nei mercati internazionali.

Il valore dell'idrogeno

L'idrogeno cosiddetto "verde", nel 2050 potrebbe soddisfare ben un quarto della domanda mondiale energetica con vendite annuali fino a 630 miliardi di euro secondo le stime della Commissione Europa. Come riporta Repubblica, l'Europa ha intenzione di realizzare impianti da 40 gigawatt di capacità prima del 2030 che equivalgono al doppio rispetto alla diga cinese delle "Tre Gole", il più grande impianto energetico del mondo. In questo modo, l'idrogeno potrebbe essere il punto di riferimento per l'industria pesante e i trasporti che non possono contare soltanto sull'elettrico. Ecco perché i Paesi Bassi sono in pole position per utilizzare questo tipo di energia rinnovabile. "È un'opportunità per il Paese di tornare alla posizione che ha sempre avuto nei mercati del gas naturale", ha affermato Catrinus Jepma, professore di energia e sostenibilità all'Università di Groningen. "Siamo stati i primi a gestire il trasporto di gas in passato".

Quali sono le problematiche

Per adesso, comunque, il traguardo è lontano sia per le strutture, sia per i costi: l'idrogeno verde vale quattro volte di più del gas naturale in termini di costi, motivo per il quale le ristrutturazioni degli oleodotti potrebbero rimanere fermi per anni. In ogni caso, i Paesi Bassi provano ad anticipare la concorrenza stanziando 1,5 miliardi di euro per i primi 1.200 chilometri destinati soltanto all'idrogeno e averlo entro il 2027: metà verrà finanziata dal governo orange, l'altra metà dalla società di costruzione. "Molti Paesi europei hanno progetti per vaste reti di idrogeno, ma i piani dei Paesi Bassi sembrano più avanzati", ha spiegato a Repubblica Adithya Bhashyam, analista di BloombergNEF. Subito dietro l'Olanda, il Regno Unito potrebbe riutilizzare il 25% dei suoi gasdotti per creare una rete di duemila chilometri per l'idrogeno. E poi, la Germania propone l'utilizzo di un gasdotto esistente per convogliarlo verso i Paesi dell'est.

È chiaro che avviare una "macchina" del genere non sarà facile per motivi economici, industriali e tecnici. Alcuni studi, tra l'altro, dimostrerebbero che l'idrogeno che fuoriesce dai tubi possa prolungare la durata del metano nell'atmosfera creando un effetto riscaldamento globale e annullando i benefici iniziali.

Insomma, la strada verso questa tipologia di transizione ecologica, purtroppo, sembra ancora lontana.

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