"Trasformerò via Tortona nel regno delle mostre"

Al via (Con)temporaryart. Gisella Borioli, regina di Superstudio Più, presenta una settimana di eventi d’arte contemporanea. "La moda e il design non bastano"

"Trasformerò via Tortona nel regno delle mostre"

Milano - Dalla moda al design all’arte il passo, oggi, è più breve che mai. E nessuno meglio di Gisella Borioli, la regina di via Tortona (anche se lei preferisce definirsi «la portinaia»), poteva provarci senza paura di sbagliare. I suoi diecimila metri quadri di Superstudiopiù, in attesa dell’orda che calerà ad aprile durante il Salone del Mobile, per una settimana ospiteranno i giovani artisti di «(Con)temporaryart», una festa di mostre ideata tre anni fa per sostenere lo zoppicante Miart. Da lunedì a fine marzo una serie di eventi contageranno, oltre al mega-polo di fronte all’Ansaldo, diversi spazi della famigerata «Zona» alle spalle di Porta Genova, con personali, collettive, installazioni, performance, party e quant’altro. Un fuorisalone chiama l’altro, di location in location. «E come potevo sottrarmi all’invito della Moratti -dice la madrina della manifestazione- che mi chiedeva una controfiera come avviene nelle città europee? Ho detto sì, ma ad una condizione: che fosse un festival “democratico“ e non gestito solo dalle gallerie». E così è stato. Per una settimana, una ventina di curatori esporranno le opere di artisti emergenti e no, utilizzando anche spazi esterni e perfino un teatro, il Libero di via Tortona.
Come in ogni festa che si rispetti, ce n’è per tutti i gusti: dalla personale dell’artista americano Shepard Fairey, che ha costruito il suo successo sull’iconografia di Barack Obama, all’esposizione del misterioso street artist Banksy, da una mostra con una selezione di pittori di «Italian Factory» a un progetto dedicato ai giovani talenti visivi a cura di Chiara Canali, fino a un’esposizione di opere «Extralarge» e opere «Extrasmall» di artisti blasonati come Giovanni Frangi, marco Cingolani, Michelangelo Galliani e Enzo Cucchi.

In mezzo lei, Gisella, che oltre agli spazi ha «regalato» allestitori e energie. Le mostre costano, «e sulla prossima edizione, senza sponsor, non scommetto». Ma la regina di via Tortona non si pente anche perchè l’arte ce l’ha in famiglia e un po’ nel sangue, basti pensare che qualche anno decise di aprirsi la sua «My Own Gallery» che periodicamente espone opere di artisti di varie generazioni. Senza contare, poi, le sculture e gli assemblage del marito Flavio Lucchini, che da vent’anni ha abbandonato la grande carriera di art director nel mondo del fashion per dedicarsi completamente all’arte. Proprio a lui, che ha al «Superstudio Più» ha un grande atelier dove ha realizzato imponenti sculture d’acciaio, sono dedicati una mostra e un libro a cura di Luca Beatrice intitolati «From fashion to art: The Vogue Lesson». Alla presentazione del volume, che ripercorre le tappe dell’artista ovvero «vent’anni di riflessione sulla femminilità attraverso la metafora dell’abito tra burqa, bambole e totem», saranno presenti lunedì alle 19 anche Elio Fiorucci, Oliviero Toscani e Giovanni Gastel.

Il Teatro Libero, invece, ospiterà una performance della coreografa Gaia Lucchini, figlia della fortunata coppia. Buon sangue non mente. Il passaggio dalla moda all’arte vissuto dal creativo Lucchini, che ha inventato l’immagine grafica delle più importanti riviste di fashion, da Vogue a Amica, potrebbe quasi essere il simbolo di «(Con)temporaryart» che nel regno degli stilisti e dei big del design, una volta tanto vuol celebrare la tribù tradizionalmente più sfigata delle arti visive.

«È un po’ che ci sto provando -dice la Borioli- e non soltanto perchè credo nella creatività degli artisti giovani, ma anche perchè ci tengo a rendere vivo il mio meraviglioso quartiere anche al di fuori di fiere e saloni. Non solo eventi, insomma». Ben detto.

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