«Trasparenza dimenticata alla Regione»

«Vi scrivo al fine di evidenziare le tante difficoltà operative che concretamente si riscontrano nel sistema regionale, tali da comportare seri disagi a coloro che intendono avere un’idea chiara e completa dell’operatività istituzionale e, quindi, dell’azione di governo posta in essere dall’Ente Regione». È quanto si legge in una lettera inviata dal capogruppo della Lista Storace in Consiglio regionale del Lazio, Fabio Desideri, al presidente della Giunta Piero Marrazzo e al presidente del Consiglio Massimo Pineschi, in merito alla trasparenza dell’azione amministrativa. «Infatti - continua Desideri - come bene saprà chiunque spende il proprio tempo e impegno in tale ambito, il quadro chiaro e completo dell’azione amministrativa e di governo dell’Ente in oggetto sarebbe possibile averlo solo conoscendo, contestualmente alla loro formazione, gli atti esecutivi nella loro forma integrale (delibere, determine, accordi, intese, documenti programmatici etc). Allo stato attuale, e cioè dopo circa un anno di lavoro, tale concretezza e trasparenza dell’azione amministrativa, sebbene costituzionalmente prescritta, non viene garantita, comportando difficoltà operative nonché disagi temporali ai gruppi consiliari che, non potendo disporre regolarmente della documentazione necessaria, sono costretti a doverla richiedere agli svariati uffici “competenti” che, a loro volta, per produrla applicano delle prassi, di volta in volta mutevoli, a seconda del gruppo o consigliere richiedente, e che comportano, inoltre, il decorrere di tempi eccessivamente lunghi e il più delle volte tali da non assicurare alcun risultato adeguato. Infatti, a riprova di quanto sopra, il vero dato spiacevole è rappresentato dalla circostanza che i consiglieri, e in particolar modo quelli appartenenti alla minoranza, sono costretti a prendere atto delle importanti singole questioni attraverso la stampa, quindi anche intempestivamente, e non, come invece sarebbe consono ai reciproci ruoli, attraverso la regolare trasmissione dei relativi atti in forma “integrale”. Tale inaudita circostanza nel tempo si sta oltremodo aggravando raggiungendo, in diversi casi, le soglie del paradosso e rendendo assolutamente impossibile ai consiglieri lo svolgimento del proprio mandato nel rispetto dei principi di libertà e democrazia così come prescrivono la Costituzione Italiana e le varie normative di riferimento. È evidente che la situazione innanzi sinteticamente descritta non può essere ulteriormente tollerata nel rispetto, tra l’altro, del mandato popolare che ognuno di noi rappresenta nell’assise regionale. Sarei grato, pertanto, se poneste in essere, quanto più celermente possibile, ogni iniziativa consona e adeguata tesa a eliminare questa inammissibile incongruenza, per non dire impedimento, consentendo, quindi, ai gruppi consiliari di ricevere per via ordinaria e nei tempi previsti per legge ogni atto, nella sua forma integrale, che attenga all’attività amministrativa regionale.

In attesa di un concreto riscontro, riservandomi di informare le altre istituzioni della Repubblica competenti qualora tale manchevole stato di fatto dovesse ulteriormente perdurare, e nella speranza che la Regione Lazio divenga a tutti gli effetti una “casa di vetro”, porgo i miei più cordiali saluti».

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