«Trattata come una ladra»

Stefania Antonetti

La piccola Maria torna in Bielorussia. Alessandro Giusto: «Me l'avete uccisa», mentre la «madre» in lacrime grida: «L'hanno portata via come una ladra, senza neanche un saluto. È uno schifo», «Ma dov'erano D'Alema e Prodi?».
«Lo sapevano tutti - spiega rabbioso “papà” Alessandro -. Ci hanno ingannati, preso in giro fino all'ultimo istante, perché gli unici a non sapere che Maria sarebbe stata prelevata nel buio per volare lì, dove ha subito solo violenza, eravamo proprio noi. Non ci hanno concesso neanche l'ultimo saluto».
Parole dure, ma è quanto emerge nel drammatico servizio realizzato in aeroporto nella notte di venerdì dal giornalista Alberto Pastanella del TG5 che ha raccolto la struggente testimonianza dei coniugi Giusto e delle «nonne», mentre la bambina veniva accompagnata verso quell'inferno in cui non voleva più tornare e contro il quale ha lottato sino all'ultimo istante.
Il dolore è tagliente e i coniugi Giusto, adirati, disperati e delusi non risparmiano proprio nessuno. E per nessuno s'intende nessuno. «Mi vergogno di essere italiano, il Governo deve averla sulla coscienza questa bambina: il ministro Mastella ha fatto gli interessi della Bielorussia e non dell'Italia - urla Alessandro -. A questo punto è giusto che qualcuno esca dal suo nascondiglio. Lo Stato si è piegato alla dittatura della Bielorussia. Ma quale democrazia ha dimostrato di essere l'Italia?».
Il «papà» della bambina continua infatti nella sua testimonianza, colpevolizzando il ministro della Giustizia accusato di aver trattato Maria come il peggiore dei latitanti.
Il dolore non risparmia neanche le «nonne», Maria Chiara Bornacin e Maria Elena Dagnino, che piangono e gridano in aeroporto la loro disperazione: «L'hanno portata via senza dare la possibilità ai genitori di salutarla. Gente senza pietà. Non riusciamo ancora a crederci. Ci sentiamo tradite dallo Stato».
Le critiche non vengono risparmiate neanche nei confronti delle altre famiglie affidatarie dei bambini della Bielorussia: «Ci hanno consapevolmente girato le spalle, non hanno collaborato con noi, ma paradossalmente contro noi. Non per questo venerdì erano in piazza a esultare quando Mastella ha annunciato il ritrovamento della bambina. Voglio sapere con quali occhi guarderete i vostri figli quando loro verranno giù per le feste, perché tanto si sa che c'è un giro di soldi, e soprattutto cosa direte loro? Riuscirete a spiegare il sacrificio della nostra Maria?».
Un incubo, insomma: bugie, mancate promesse, depistaggi che non hanno risparmiato proprio nessuno in questa vicenda e che ha visto esplodere la rabbia di parenti e amici nell'attimo in cui la bambina è partita per Minsk.

La notizia poi, che la decisione tanto attesa dei giudici della Corte di Appello di Genova è stata presa il 28 settembre e resa pubblica invece soltanto ieri alle 13, non sorprende poi più di tanto, ma irrita ancora di più!

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