Andrea Acquarone
da Milano
Chi, per educazione, usa perifrasi si limita a un diplomatico «è uno schifo, meglio non dire altro». Chi, e non per maleducazione, è stufo di circonluzioni, va giù un po più duro: «Le Fs? Vadano a farsi... Ci hanno trattato da animali, peggio che viaggiare in un carro merci... Questo è un Paese da terzo mondo»
Il deragliamento dellIntercity 785 Crotone-Milano stavolta non ha fatto feriti. Nessuna goccia di sangue lungo i binari (per fortuna), lì in fin dei conti si è rotta oltre a una carrozza, solo qualche traversina. Adesso a gonfiarsi in unonda modello tsunami è la rabbia di chi ha pagato un biglietto senza immaginare che la destinazione si chiamasse «odissea» . Ritardo dopo ritardo, inefficienza dopo inefficienza, mancanza di informazioni. Con passeggeri abbandonati a se stessi, senza soccorsi, al freddo. E per di più a pane e acqua.
Il giorno dopo il «grande blocco», non è che vada molto meglio. Anche ieri mattina, ovvero trentasei ore dopo lincidente di Loreto, viaggiavano con un ritardo minimo di unora e un massimo di oltre quattro ore i treni a lunga percorrenza della linea Adriatica. Quale peggior inizio anno per i «ferroviaggiatori»?
Trenitalia, con evidente impaccio, provava a rassicurare: «È in corso il ripristino del binario danneggiato ieri dallo sviamento di due vetture dellIntercity Crotone-Milano». Secondo le FFSS solo otto treni Intercity e Eurostar hanno subito 60 a 180 minuti di ritardo. Mentre altri sei regionali soppressi sono stati sostituiti con pullman. Insomma come se tutto, ormai, fosse rientrato.
Lo avessero detto a quella coppia (una delle tante) costretta a peregrinare per ventiquattro ore con bimbi al seguito, o a quella ragazza pugliese obbligata a rimandare il ricovero in ospedale, o a quegli anziani in carrozzella trasferiti come pacchi da un treno allaltro. Sono tante le storie di una notte da incubo che potrebbero raccontarsi: erano più di tremila i passeggeri intrappolati dal guasto Intercity 785 Crotone-Milano.
«Sono quasi ventiquattro ore che viaggiamo - si sfogavano Biagio e Paola - insieme ai nostri tre figli di 11, 12 anni e due mesi. Nessuno ci ha dato informazioni, né acqua o viveri fino a Osimo. Siamo partiti ieri (venerdì, ndr)e siamo ancora sul treno. Non è possibile essere trattati così».
Cè chi si lascia andare a qualche insulto. La maggior parte degli arrabbiati pretende che le Ferrovie rimborsi il biglietto. Qualcuno, allibito, domanda ingenuo:: «Non è che siamo su Scherzi a parte?».
Il blocco dellAdriatica ha provocato ripercussioni a macchia di leopardo sullintera linea ferroviaria.
A Lamezia Terme si è sfiorata la rivolta sul treno 720 partito dalla Sicilia e diretto a Roma. I circa cento viaggiatori che erano già sul convoglio se ne sono visti salire un altro centinaio e in tanti si sono trovati costretti a dover viaggiare in piedi, nonostante i posti prenotati. Chi non trovava la vettura assegnata (sulle dodici previste ce nerano solo nove) o scopriva che il posto prenotato, anche diverse settimane prima, era stato assegnato ad unaltra persona. Da qui le proteste. Il treno è poi partito alle 15.20 con 136 minuti di ritardo. Minuti questi che si sono aggiunti ai 43 minuti di ritardo con cui il convoglio era arrivato in stazione a causa di problemi similari verificatisi a Villa San Giovanni. Intanto già si preannunciano battaglie legale. LIntesaconsumatori chiede un risarcimento di 300 euro a testa per i passeggeri vittime dei disagi.
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