Trattativa Stato-mafia, indagato Dell’Utri

Un altro nome eccellente finisce sul registro degli indagati per la trattativa Stato-mafia. È quello del senatore Pdl Marcello Dell’Utri. Condannato in appello a 7 anni per concorso in associazione mafiosa, Dell’Utri sarebbe accusato in questa indagine di «violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario». L’inchiesta, condotta dai pm di Palermo Nino Di Matteo, Paolo Guido e Lia Sava, ipotizza l’esistenza di una trattativa tra Stato e mafia che negli anni avrebbe visto alternarsi diversi protagonisti istituzionali, politici e mafiosi.

Nell’indagine sono coinvolti, oltre ai boss Totò Riina, Bernardo Provenzano e Antonino Cinà, il generale dei carabinieri Mario Mori, il suo ex braccio destro al Ros, Giuseppe De Donno, Angelo Angeli, un ufficiale dei carabinieri che, pur avendo messo le mani sul «papello» durante la perquisizione della cassaforte nella casa di Massimo Ciancimino non l’avrebbe sequestrato, alcuni esponenti dei servizi e lo stesso Ciancimino jr, il primo a tirare in ballo Dell’Utri. Il senatore commenta stupito: «È veramente allucinante. La Procura ha fatto una grande insalata russa, i magistrati stanno pestando l’acqua nel mortaio».

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