da Bagdad
Tragico revival dellimpiego di armi chimiche in Irak, a quasi ventanni dalla tragedia di Halabya, la città curda dove nel 1988 furono gasati per ordine del dittatore Saddam Hussein circa cinquemila civili sospettati di simpatie per lIran con cui lIrak era allora in guerra. Attentatori suicidi legati al braccio iracheno di Al Qaida hanno fatto esplodere tre autobomba cariche di cloro in diverse zone occidentali del Paese, alcune settimane dopo che due simili attentati avevano scatenato la paura di una campagna terroristica condotta con le temutissime armi non convenzionali. Il bilancio provvisorio è di dieci morti e 350 intossicati, molti dei quali in pessime condizioni.
Secondo fonti americane, due camion carichi di esplosivo e di fusti di cloro sono stati fatti esplodere da terroristi suicidi nei pressi della città di Falluja, mentre un terzo attentato minore dello stesso genere è avvenuto nei pressi di Ramadi, provocando solo pochi intossicati. Uno degli obiettivi degli attentati di ieri è stato sheikh Khamis al-Hasnawi, capo della tribù degli Albu Issa, i cui membri egli aveva invitato il mese scorso a unirsi alle forze governative nella lotta contro i seguaci di Al Qaida. Tra i feriti, molti dei quali sono in pericolo di vita, ci sono anche 28 bambini e 19 donne.
Le esalazioni di cloro sono molto temibili, perché provocano una reazione chimica con le parti umide del corpo, ustionando occhi e bocca e danneggiando drammaticamente lapparato respiratorio: la mortalità è molto alta, ma anche la sofferenza delle vittime è terribile, così come le conseguenze per chi sopravvive. Nella consapevolezza di questi orrori, in Europa già nel 1899 si raggiunse un accordo per impedire luso in guerra di «gas asfissianti o deleteri». Questo purtroppo non impedì il loro uso su larga scala, soprattutto da parte dei tedeschi, durante la prima guerra mondiale, ma fu lultima volta: da allora sono passati novantanni e fortunatamente il divieto di usare queste armi disumane sui campi di battaglia è sempre stato rispettato.
Gli esperti di terrorismo sostengono che il ricorso agli attentati con il cloro sembra indicare che in Irak i cosiddetti insorti sono ormai in grado di condurre una guerra chimica, seppure in forma piuttosto rudimentale. Una tattica che ha come obiettivo il dilagare della paura, linnalzamento del livello dello scontro e delle violenze tra sciiti e sunniti.
Appena tre settimane fa le forze di sicurezza irachene avevano comunicato di aver smantellato nella provincia occidentale di al-Anbar una rete di insorti collegata ad Al Qaida specializzata in attacchi con esplosivi e agenti chimici, soprattutto cloro. Questi terroristi avevano colpito usando cloro liquido il 16 gennaio a Ramadi, uccidendo 16 persone con un camion-bomba.
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