Tre balordi incastrati dall’esame del Dna

I Ris esaminano piccole tracce organiche e riescono a identificare due rapinatori di banca e un albanese che sequestrò una coppia di nonni

Tre balordi incastrati dall’esame del Dna
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Alcuni capelli in un’occasione, qualche goccia di saliva e un paio di impronte nell’altra. Tanto è bastato ai carabinieri di Rho per assicurare alla giustizia i responsabili di due diverse rapine. A dar loro una mano decisiva è stato il Dna dei malviventi, isolato dai militari dei Ris di Parma e confrontato con i profili genotipici di tantissimi delinquenti presenti nella loro banca dati. Insomma inseriti i dati, dal computer è venuta fuori l’identità dei colpevoli, successivamente catturati.
Il primo a finire in cella è stato A.C. un ventenne albanese clandestino e pregiudicato che, lo scorso aprile insieme ad un complice, sequestrò a Milano di due pensionati, bloccati a bordo di una Clio. I due malviventi li bloccarono ad un semaforo in centro e, dopo aver estratto i coltelli, li obbligarono a sedersi dietro, portandoseli in giro per più di mezz’ora. Fino a quando a Baranzate di Bollate, decisero di alleggerirli di 400 euro, monili in oro e cellulari.
L’auto rubata venne poi ritrovata e passata al setaccio dagli uomini della Scientifica. Alcuni capelli recuperati sul poggiatesta sono serviti ad incastrare uno dei malviventi. Ma anche l’altro ha un nome e viene tuttora ricercato.
Non migliore sorte è toccata a due italiani F.C. di 38 anni e V.T. di 40, entrambi residenti a Milano, che all’inizio del mese scorso presero d’assalto la filiale del Banco di Brescia, a Novate Milanese. Una rapina facile, filata liscia come l’olio, anche se il bottino non era stato un granché. Entrati in banca armati di due taglierini, con i quali avevano minacciato i cassieri, si erano portati via all’incirca 5000 euro.


Ma nella concitazione dell’azione avevano abbassato la guardia relativamente alle precauzioni, tanto da lasciare le loro impronte sul vetro di una delle casse, insieme ad alcune gocce di saliva, sfuggite mentre minacciavano gli impiegati. Materiale sufficiente ai Ris, per ricostruire il loro Dna e farli finire in carcere.

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