Il maître fa shopping «a spese» del cliente

Dissipati 90mila euro con la carta di credito trovata al ristorante

E per mancia una carta di credito. Altro che pochi euro. Il tesserino magnetico era rimasto lì sul piattino, quasi sicuramente dimenticato sotto gli spiccioli (quelli sì lasciati come mancia) dal facoltoso imprenditore al termine di una cena in uno dei ristoranti più noti della città.
Uno che quando apre il portafogli deve scegliere fra quale carta di credito utilizzare, magari scegliendo il coloro in base all’umore della serata. E lui, il responsabile di sala, non ce l’ha fatta a resistere e se l’è messa in tasca. Poi si è trovato un complice, l’aiuto cuoco. Risultato: tenendo una media di mille euro al giorno, in tre mesi i due hanno speso qualcosa come novantamila euro. Altro che mancia: Impianti stereo, gioielli, cellulari, profumi, televisori al plasma, vestiti acquistati in via Montenapoleone. Mentre l’imprenditore non si accorgeva di nulla, loro non hanno badato a spese. I carabinieri hanno trovato roba ancora imballata nelle abitazioni di entrambi. Ieri davanti al giudice Mariolina Panassiti hanno patteggiato a un anno di carcere. Sono stati scoperti dopo che l’imprenditore, accortosi dell’ammanco, aveva deciso di far bloccare la carta.

A quel punto il maître aveva tentato di usarla, ma non riuscendo a pagare, aveva dovuto utilizzare la propria. La commessa si era accorta che le carte erano intestate a due diverse persone e così aveva chiamato i carabinieri. Entrambi vennero licenziati. Oggi lavorano in un altro ristorante.

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