Cronaca locale

Tre giorni e 24 gallerie L’arte si apre alla città

E nella notte di sabato la Triennale ospiterà un grande happening musicale

Luciana Baldrighi

Da oggi a domenica Milano indossa i colori dell’arte per quella che è una vera e propria «tre giorni». Sotto l’insegna di «Start» 24 gallerie milanesi apriranno simultaneamente le loro sale e faranno dialogare e interagire le migliori tendenze dell’arte contemporanea nazionale e internazionale. Dallo Studio Invernizzi allo Studio Guenzani, dalla Galleria Cortese alla Galleria Kaufmann, da 1000Eventi a Fotografia Italiana, le 24 sedi a disposizione della manifestazione disegneranno un itinerario particolare sulla planimetria di Milano, un percorso che permetterà al pubblico di vedere e concepire l’arte in modo diverso. Inoltre, per sottolineare il carattere multidisciplinare dell’esperienza artistica il palazzo della Triennale ospiterà nella notte di sabato, a partire dalle 23 e sino alle quattro del mattino, il dj set di dingdongmusic accompagnato dai visuals di Otolab e poi il dj set electro/techno di Franko B.
È difficile dare una panoramica completa di ciò che il visitatore potrà ammirare nelle 24 sedi espositive che rappresentano il meglio della realtà artistica milanese. Da non perdere, comunque, la prima personale cittadina dell’artista tedesca Barbel Schulte Kellinghaus, con le sue sculture in legno e in terracotta, nonché i suoi lavori in ceramica smaltata, esposti alla Galleria Salvatore + Carolina Ala, o il progetto Bridging Lines Milano dell’artista polacco Antoni Malinowski allo Studio GianGaleazzo Visconti.
Come ulteriore conferma del ruolo artistico assunto ormai dalla fotografia lo spazio Fotografia italiana presenta «Asfalti e paesaggi inediti» di Franco Fontana, una serie a tiratura limitatissima che esalta attraverso l’uso del colore la materia e lo spazio dei paesaggi urbani. Di tutt’altro sapore è invece la personale dell’indiano Dayanita Singh allo Studio Guenzati: ritratti fotografici in bianco e nero dove la media borghesia di New Delhi aiuta a tracciare un vero e proprio profilo psicologico di questo gigantesco Paese. All’insegna della storicità è invece la scelta della Galleria Zonca&Zonca che dedica alla coppia Boetti-Salvo una retrospettiva che abbraccia il decennio dal 1967 al 1977: varietà dei linguaggi, della sperimentazione, del concettualismo.
Sulla stessa lunghezza d’onda della storicizzazione è il lavoro di Maurizio Mocchetti ospitato per l’occasione dalla GiòMarconi: aspetto ludico, decodificazione dei significati, scardinamento delle nostre capacità percettive sono alla base del suo lavoro. Aeroplani militari trasformati in pinguini, automobili che divengono uccelli con tanto di paracadute, la fantasia più visionaria al servizio di un’arte demistificante e che fa riflettere.


Tra arte e design è invece il mondo di Andreas Schultze presso Le Case d’Arte di via Circo 1: sculture di luce e lavori in ceramica di grandi dimensioni realizzati a Grottaglie presso l’antica fornace del maestro Franco Fasano.

Commenti