Cè chi va, chi vorrebbero se ne andasse ma resta, chi viene e chi torna. Idv, un porto di mare. Il movimento di Tonino tiene fede alle promesse: volevano un grande partito? Eccolo, lIdv fa come il Pd, perde i pezzi. Verso il gruppo misto traslocano un senatore e due deputati, così almeno per adesso, ma la lista di dipietristi col bagaglio pronto è lunghissima. Il primo transfuga è Pino Pisicchio, onorevole dellIdv ma da ieri non più, in viaggio verso la cosa di Francesco Rutelli che prenderà forma (nome e portavoce) mercoledì prossimo. Il secondo è Aurelio Misiti, già braccio destro di Di Pietro, che in una lettera riservata al leader ha annunciato le sue dimissioni dal gruppo. Il succo è questo: non condivido la deriva girotondina di un partito che doveva essere liberal-democratico, lantagonismo fine a se stesso, lantiberlusconismo come linea unica, lasse con lultrasinistra. Laddio a Di Pietro del calabrese Misiti è anche un segnale della confusione che regna nellIdv in Calabria, dove il partito è stato commissariato da Tonino per poter candidare alle Regionali un uomo indicato da De Magistris - nuovo dominus dellIdv al Sud -, e cioè limprenditore del tonno Pippo Callipo.
In uscita anche il senatore Giuseppe Astore, molisano, vecchio amico di Tonino (che anche in occasioni pubbliche lo chiama Peppino... ), prossimo a muoversi verso i banchi del gruppo misto, forse già da martedì. Si fanno altri nomi di uscenti, ma non confermati, come quello del deputato Idv Antonio Razzi, eletto allestero, ma lui smentisce tutto e resta dove sta. Altri ancora, molti, sono sulluscio e aspettano solo il momento giusto per lasciare Di Pietro. Almeno una dozzina, si mormora, tra i 43 deputati e senatori. Sarebbe più di un quarto, una vera diaspora.
Per tre che vanno, uno ne torna. Trattasi di Cristiano Di Pietro, primogenito del leader, travolto dalle intercettazioni dellinchiesta sugli appalti in Campania, lanno scorso, e perciò dimessosi dal partito. «Mi rifaccio la tessera», ha annunciato ieri il consigliere provinciale Idv a Campobasso, anche se molti dicono non abbia mai smesso - pur formalmente fuori - di condizionare lIdv in Molise, regno dei Di Pietros.
A proposito di Di Pietro, ieri il leader era a Napoli con De Magistris, «in missione in città» come ha scritto trionfalmente Repubblica. In città, e nella Campania tutta, di problemi Tonino ne ha parecchi. Però è deciso a cambiare, anche se lo è da un anno e niente è cambiato: «In Campania occorre unopera di pulizia morale», ha spiegato dallhotel Ramada di Napoli. Ma lo ha fatto scortato dai vertici campani, li stessi che la base vorrebbe «ripulire», tra cui spiccava Nicola Marrazzo, presidente della Commissione Bilancio regionale e personaggio molto chiacchierato.
Per tre che vanno e uno che torna, cè anche qualcuno che arriva. Dal mondo delle procure o da quello della sinistra gradita alle piazze e ai movimenti. Uno è Franco Grillini, leader storico dellArcigay, ex deputato della Quercia. Sarà il capolista di Idv in Emilia alle regionali 2010 (lo rivela LEspresso). Non solo, avrà anche un incarico nel partito: responsabile del dipartimento diritti civili. E sarà il secondo gay dipietrista, dopo leuroparlamentare Gianni Vattimo. Laltra probabile new entry, sempre di tendenza demagistrisiana e anti-Pd, è Clementina Forleo, ex gip di Milano sgradita ai dalemiani per le note vicende Unipol. Tonino la sta corteggiarla per farne la candidata Idv per la Regione Puglia, ed è probabile ci riesca. Ma ci sono anche quelli che non se ne vanno, malgrado le pressioni. Sono alcuni senatori e deputati che De Magistris considera «impresentabili», ma che Tonino non può cacciare.
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